Nel 2019 ho partecipato, ancora in presenza a Londra, al forum Forrester sulla Trasformazione Digitale e l’innovazione in cui si era parlato del concetto di “adaptive enterprise”, ossia quelle organizzazioni che si caratterizzano nel “anticipate tomorrow’s markets and customer needs, leveraging tech-driven innovation and arming the organization for constant change“, portando a casa dei risultati decisamente sopra la media di mercato.

A distanza di quasi due anni nei giorni scorsi ho partecipato in videoconferenza al meeting periodico dei membri del Digital Business Council europeo della stessa Forrester, di cui faccio parte, e il tema era ancora sul tavolo, con il concetto di Future Fit Technology.

Si tratta a tutti gli effetti dell’evoluzione del precedente di impresa adattiva, e una strategia di questo genere si configura come “A customer-obsessed approach to technology that enables a company to quickly reconfigure business structures and capabilities to meet future customer and employee needs with adaptivity, creativity, and resilience”.

Source: https://www.screenlately.com/

Un concetto ampio su cui potete ascoltare qualcosa di più dettagliato in questo podcast (accesso libero).

Come punto importante da sottolineare, per oltre 10 anni (dal 2010) tutte le organizzazioni hanno investito pesantemente in tecnologie digitali ma spesso questo lavoro non ha prodotto vera differenziazione, tanto che Forrester parla di “Digital sameness” come risultato di scelte basate soprattutto dall’osservazione dei concorrenti più che sull’innovazione centrata sul cliente.

In questo sicuramente ha pesato la scarsità di risorse qualificate, a fronte di una complessità sottostimata, ma anche in modo considerevole lo scollamento con il modo IT più tradizionale.

IL RUOLO DELL’IT E DELLA TECNOLOGIA

Tempo fa avevo scritto che non ci può essere trasformazione digitale senza information technology e la capacità dell’IT di adattarsi rapidamente dovrebbe essere la sua risorsa più importante, ma la maggior parte delle aziende fatica a rispondere alle mutevoli condizioni a causa del debito tecnico, della resistenza culturale, dei silos organizzativi o delle sfide della necessità di nuove risorse.

Viceversa, entro il 2030 Forrester prevede che emergerà una nuova serie di leader che porteranno l’ossessione del cliente a un livello ulteriore, inclusi dei CIO/CDO adatti al futuro, che guideranno strategie adattive, creative e resilienti. Aiuteranno le loro organizzazioni a eccellere nell’innovazione tecnologica, fare grandi scommesse su nuovi modelli di business, nuovi talenti e nuovi modi di lavorare, e saranno più adattivi e resilienti alle forze dirompenti che caratterizzeranno gli anni 2020.

Questi leader guidano il loro ruolo oltre la pura tecnologia, sono esperti di business, autorizzati ad assumere una posizione di leadership più influente oltre il tradizionale mandato, hanno un senso di urgenza nel definire una visione tecnologica adeguata al futuro, assumendo una prospettiva outside-in, ossessionata dal cliente e non vincolata dai limiti delle infrastrutture esistenti.

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Inoltre costruiscono delle coalizioni affidabili con i loro colleghi, forniscono una visione chiara e creano un ambiente collaborativo affidabile per i team che si autoregolano.

CHE COSA VA FATTO GIÀ OGGI?

Di sicuro le trasformazioni non accadono in un giorno ma la pandemia ci ha insegnato che lo scenario può cambiare velocemente in pochissimo tempo.

Di sicuro quindi la strategia di oggi deve essere reattiva rispetto all’emergenza ma deve guardare al futuro al di là della contingenza, per portare a un vero cambiamento.

Tra le cose cui prestare attenzione per chi si occupa di tecnologia ci sono:

  • La centralità delle persone, siano esse clienti o dipendenti, attorno ai quali va costruita la tecnologia migliore (e non viceversa) per raggiungere gli obiettivi;
  • Gli obiettivi vanno condivisi e devono essere chiari, in modo da passare da un modello basato sul task puntuale ad uno dove tutto sanno dove devono andare, anche senza il micromanagement;
  • Agilità vuol dire velocità ma anche pensiero creativo che permette di mettere in discussione i paradigmi esistenti, che il Coronavirus ci ha mostrato essere molto più fragili di quanto pensassimo;
  • Il dato e la misurazione sono fondamentali ma devono sempre tradursi in azioni: l’execution è una parte fondamentale del successo di una strategia moderna che includa la tecnologia;
  • Anche per chi si occupa di tecnologia sono molto importanti le capacità di comunicazione con persone diverse riuscendo con scioltezza a cambiare registro e terminologie a seconda del tipo di interlocutore, quella che in sociolinguistica si chiama variazione diafasica della lingua e che sarà utilissima nei progetti e nei gruppi di lavoro cross-funzionali.

La tecnologia deve portare valore, non essere fine a se stessa, non cedere alle mode del momento e non alimentare da sola i propri vincoli.

Una sfida che i professionisti dell’IT, della martech e, lasciatemi dire, di tutta l’azienda dovranno saper cogliere.