Esiste ancora il medio-lungo periodo? La domanda mi è venuta, tra gli altri motivi, leggendo le dichiarazioni di Mark Zuckerberg ai suoi investitori, in cui il capo di Meta dice che “l’intelligenza artificiale è una miniera d’oro” ma anche “non aspettatevi guadagni a breve termine” da questo tipo di tecnologia.

Una dichiarazione sincera, che è costata una perdita del 15% in borsa a Wall Street (190 miliardi di controvalore, per capirci), nonostante una trimestrale positiva, la terza consecutiva con un segno positivo superiore al 20%.

Chi ha ragione? I mercati che temono per il futuro di Meta, che oggi guadagna ancora con la pubblicità ma che ha investito tanto nel Metaverso prima e anche nella stessa AI poi?

O Zuckerberg che dice che gli investimenti in un ambito nuovo, e costoso, come l’intelligenza artificiale generativa richiedono tempo per maturare, specie se si persegue una strategia che non monetizza i servizi ma punta a costruire un ecosistema?

Fonte: Vincos

Probabilmente tutti e due, ma farei ben più di una menzione d’onore per l’imprenditore della Silicon Valley per averci ricordato che bisogna sapere guardare un po’ oltre il ricavo del prossimo semestre.

TROPPA FRETTA O NECESSITÀ DI STARE AL PASSO?

Come scrivevo qui a gennaio, l’acronimo VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity e Ambiguity) di fine degli anni ’80 è stato “superato” da un nuovo acronimo, coniato dal professor Jamais Cascio nel suo articolo su Medium Facing the Age of Chaos, che è BANI (Brittleness, Anxiety, Non-linearity e Incomprehensibility).

A fine 2023 avevo portato ad esempio del lato molto umano ed emotivo del mondo della AI la vera e propria telenovela di Open AI, con le varie cacciate, uscite e rientri del loro CEO nel giro di pochissimi giorni, con il ritorno alla fine propiziato da una lettera aperta di gran parte dei dipendenti, compresi quelli del board che lo avevano cacciato!

Possiamo poi senza dubbio ricondurre alla paura di restare indietro (la sindrome del FOMO) gli annunci di un big come Google che ha decisamente forzato la mano nella comunicazione, per altro molto comparativa con Open AI, della sua nuova soluzione Gemini, con un risultato tutt’altro che lusinghiero.

Due esempi cui si potrebbero aggiungere tanti altri casi di questa “impazienza”, al di fuori del mondo tecnologico, di aziende che si sono affrettate a creare intere divisioni dedicate al Metaverso o a casi di acquisizioni che sono durate un pugno di mesi, come il poco invidiabile record di Matches Fashion e Fraser Group.

Ma davvero tutti i successi oggi si costruiscono (o si distruggono) in una manciata di mesi?

ANCHE LE TECNOLOGIE A CRESCITA PIÙ VELOCE NON SONO ARRIVATE IN UNA NOTTE

Rimaniamo nel campo più strettamente tecnologico e guardiamo alla storia di Open Ai, che nasce nel dicembre 2015 (non in quello del 2022). In questo video Raffaele Gaito ricostruisce una serie di email diventate pubbliche nella querelle tra Elon Musk e la società, all’epoca prevalentemente no profit, e se lo ascoltate capirete che dietro c’è una storia di ricerca di fondi e di attrazione di talenti che non si è concretizzata in un semestre

Fonte: Raffaele Gaito

Sono solito autocitarmi su queste tematiche, perché il tema è di lungo corso: si tende sempre a pensare che le grandi innovazioni avvengano come improvvise rivelazioni che poco hanno a che fare con il momento precedente.

Nella realtà però più spesso quello che succede davvero è che ad un certo punto una serie di condizioni si allineino creando il contesto perfetto per una nuova fase.

Chi coglie questo momento per bravura e magari un pizzico di fortuna (che aiuta sempre ma non è di certo sufficiente) riesce improvvisamente a sfondare dove magari già altri avevano fallito o dove sembrava che ci fosse uno status quo difficilmente modificabile, trovando la chiave di lettura o la variazione sul tema più giusta.

L’esempio che ho citato già altre volte è quello del lancio di iPhone: il 9 gennaio 2007 tutte le tecnologie abilitanti allora ancora emergenti iniziavano ad essere mature, stabili e scalabili permettendo un nuovo modello di relazione con il mondo digitale oltre che una vera e propria economia (la App Economy).

Questo è vero anche per player giovani (ma non così giovani) come Roblox, che ha costruito il suo successo negli anni fino a raggiungere i numeri clamorosi di oggi, sapendo sfruttare nel tempo le nuove opportunità tecnologiche che si sono presentate, inclusa la “solita” AI generativa (vedi video sotto).

Fonte: Roblox

Come ho scritto anche di recente qui, “purtroppo” dovrete farvene una ragione e sentirlo ancora a lungo! In questo mondo dalle infinite opportunità date dal software e dai nuovi hardware partire dalla tecnologia resta sempre un approccio sbagliato e, come sapete, tanto più deleterio quanto più promettente e intrigante è la tecnologia.

E lo stesso vale per tante altre tendenze, dove però quella tecnologica è la più trasversale e veloce e quindi può fare da esempio per tutto.

LA CAPACITÀ DI UNIRE I PUNTINI E DI PRENDERE I CAMBIAMENTI DA LONTANO

Il vero punto è che non si può perseguire ciecamente il proprio modello di business senza guardare ai cambiamenti della società e della tecnologia ma non si deve nemmeno tuffarsi in modo acritico e disconnesso dal resto della organizzazione in ogni nuova tendenza.

Capire invece il senso profondo del nostro servizio o prodotto per il cliente finale ed evolverlo nel tempo attraverso i mutamenti senza diventare qualcosa di altro è un lavoro tutt’altro che semplice (a posteriori è troppo facile giudicare) ma è l’unica strada di resistere alla pressione competitiva, finanziaria e mediatica cui tutte le organizzazioni sono esposte ogni giorno.

Fonte: Chiefmartech.com

Ne ho parlato altre volte, sicuramente di più in relazione al mondo della tecnologia in azienda e alla sua relativa organizzazione, ma credo che oggi più che mai in tutti gli aspetti aziendali la capacità di differenziazione sia il modo in cui si genera un posizionamento vincente.

Richiede tempo e grande capacità di spiegare, all’interno ed all’esterno, quale sia la visione e i suoi fondamentali, sia nella trasformazione di business attraverso la tecnologia (che è il mio ambito principale di lavoro) che in tutti gli altri aspetti.

I vantaggi della Digital Fluency, fonte: Accenture

Quindi il medio e lungo periodo esiste ancora, secondo me, ma bisogna cercarlo nelle pieghe del lavoro di ogni giorno e presentarlo anticipando le pressioni e il mercato!