Durante la settimana scorsa si è parlato molto dei nuovi social plugin di Facebook che permettono di integrare i siti web con il più famoso social nework del mondo, le funzioni sono numerose e molto interessanti, vi rimando per i dettagli a Young Digital Lab e a Vincos Blog per una trattazione dettagliata.
Dal punto di vista di Facebook l’approccio strategico è impeccabile: forti della loro dimensione e, mi permetto di dire, anche della continua attenzione mediatica, Zuckenberg & Co. hanno messo a disposizione dell’intero web un kit facile da integrare, familiare agli utenti negli aspetti di comunicazione e molto trendy per chi vuole rendere il proprio sito davvero social. In cambio Facebook si garantisce traffico e, soprattutto, la creazione di un proprio ecosistema (iPhone docet) dal quale trarre numerosi benefici, primo fra tutti una mole enorme di informazioni sui gusti degli utenti, entrando nel vero business di Google e, probabailmente, anche di Twitter.
Che opportunità offre questa novità alle aziende? Ottime, sicuramente vale la pena di ragionare sull’implementazione di questi strumenti nei propri siti (io sto sperimentando il pulsante I Like qui), che possono aiutarvi seriamente nella vostra strategia di rendere la vostra attività ben distribuita sul web.
Credo però che vada ricordato un aspetto che tende a sfuggire ai più: è il nostro webmarketing che deve trarre beneficio da Facebook e non viceversa.
Ne ho già parlato in passato, si tratta del dilemma dei social media, meglio inventare ogni volta la ruota o consegnare ad altri i propri clienti? E’ corretto infatti evidenziare, ad esempio, che i nostri fan su Facebook sono utenti di Facebook e non nostri e che se domani il social network dovesse chiudere noi di queste persone non avremo più traccia. D’altra parte però non si può nemmeno pensare di creare un proprio social network, un proprio YouTube e così via quando fuori ci sono già, più popolati e qualitativamente migliori dei nostri.
Il mio invito dunque è quello di usare tutti i social media che siano coerenti con la vostra strategia web ma di non farne un sostituto del vostro sito, al quale tutti questi canali devono riportare più navigatori possibili da far registrare e fidelizzare per azioni future.
In questo senso i social plugin di Facebook sono sicuramente meno rischiosi in quanto vi obbligano quantomeno ad avere una web page e vi permettono di promuoverla senza fatica, fate attenzione però a non appiattirvi solo su questi strumenti e coltivate le relazioni con i vostri clienti e prospect online in tutti i modi possibili.
Attendo i vostri commenti.
aprile 27, 2010 at 3:43 PM
Grazie per la citazione. Il blog è Vincos blog 🙂 A presto
aprile 27, 2010 at 3:57 PM
Ciao, figurati, ho anche corretto l’ortografia del blog 🙂
aprile 27, 2010 at 10:36 PM
Concordo Gianluigi e rilancio con questo:
http://www.doctorbrand.it/2010/04/facebook-open-graph-social-plugins-like.html
Che ne pensi? 🙂
Jacopo
aprile 28, 2010 at 7:19 am
Ciao Jacopo, ho rilanciato sul tuo blog 😉
Maggio 1, 2010 at 2:23 PM
Ciao Gianluigi. Un dubbio che pongo è la portata di queste azioni in termini di scala. Siamo ancora in fase sperimentale, ma che esperienze avete tu e gli altri che scrivono su questi argomenti, sulla conversione delle attività di social marketing in qualche goal definito?
Non è tanto rumore per nulla? Che cosa mi dite in proposito? Seppure riconosco che il social marketing ha un suo indubbio fascino…
Maggio 2, 2010 at 4:16 PM
ciao Guido,come avrai letto dal post io invito prima di tutto a non abbandonare il webmarketing tradizionale.
Detto questo nella mia esperienza il punto con i social media è porsi obiettivi strategici. Nel mio caso lo scopo dei social è di amplificare le nostre attività,e funziona molto bene, e di raccogliere feedback. Se non sai cosa vuoi invece si fanno tentativi ma non si riesce a misurare un ritorno.
giugno 1, 2010 at 12:10 PM
Caro Gianluigi, leggo sempre con molto interesse i tuoi articoli e ne condivido i contenuti.
Vorrei portarti la mia esperienza personale di fondatore di un business network, H2biz.
Io ho fatto esattamente il contrario di quello che sostieni in questo post.
Non mi sono affidato (ma leggi “fidato”) dei social/business network esistenti (facebook, twitter, viadeo, linkedin) e mi sono creato nel 2008 il mio network, che non è social perchè l’obiettivo non sono le relazioni, ma il profitto.
In realtà non è neanche un business network, noi lo chiamiamo HUB, come gli HUB aereoportuali che erogano dei servizi per far decollare i vettori aerei. Con questa startegia abbiamo costruito il network che ad oggi conta 1.000 iscritti, di cui il 33% premium (paganti).
Tutte le tue considerazioni sui social media sono validissime e io le ho riscontrate negli ultimi 2 anni, anche sulla mia pelle. Alla fine sono arrivato a disegnare un modello doppiamente misto: FREEMIUM assistito … MI SPIEGO.
Quello che manca a molti network non è la tecnologia, ma il contatto umano … la possibilità di parlare con qualcuno di reale e non solo con un form di assistenza. Quindi abbiamo creato una cantrale operativa con 2 numeri verdi e seguiamo il cliente in tutte le fasi del processo (anche quello che si registra gratuitamente, free). Interveniamo pesantemente nelle vetrine andando a completare i campi mancanti e, di conccerto col cliente, lo supportiamo nell proposizione dei suoi prodotti, servizi …
Ovviamente, il mio è un network piccolo … cosa sono 1.000 utenti rispetto ai 15 milioni di facebook … ma almeno rende ed ha un tasso di conversione free/premium del 33%!!!
Abbiamo preso il meglio delle applicazioni degli altri network (gruppi, buzz, eventi, prodotti) e li abbiamo rielaborati a modo nostro dandoci un taglio più business, meno tecnologico, ma più comcreto.
Questa scelta ha pagato, tanto è vero che ci sono molti utenti che si stanno trasferendo da altri network su H2biz.
NON VOGLIO farmi pubblicità, non ne ho bisogno … ma voglio solo portarti un’esperienza concreta, palpabile.
Hai ragione che scrivi che solo una minima parte degli utenti (io direi il 2%) interagisce nei social media … ma se si sente supportato quella parte diventa il 15% (numeri h2biz che posso fornirti in qualsiasi momento).
Se vuoi ed in maniera assolutamente riservata posso fornirti dei dati assolutamente eclatanti su come si muovono gli utenti in un network che mette al centro il profitto ed usa le relazioni come mezzo e non come fine.
Questa è la strada che abbiamo trovato noi. Mi piacerebbe ricevere un tuo commento, anche critico.
Un caro saluto.
Luigi De Falco