Content Business. Come avviare un’azienda basata sui contenuti, costruire un pubblico e portare l’attività al successo è un libro di Joe Pulizzi uscito in Italia per Roi Edizioni nel 2022.
La premessa del libro, devo confessarlo, mi lasciava un po’ perplesso: il prodotto (o servizio) viene dopo, prima si crea una audience attraverso il contenuto e poi si realizza qualcosa che risponda ai suoi bisogni. Sicuramente, anche il miglior prodotto che però non abbia dei destinatari appropriati e un bisogno da soddisfare non ha senso (lo dicevo nel 2013) ma addirittura costruire il prodotto dopo, beh, mi sembrava un passaggio troppo forte.
PARLIAMO DI CONTENT MARKETING
Nella pratica il libro di Pulizzi riesce a correggere questo pregiudizio, perché presenta un modello strutturato di azienda che fonda sul content marketing il suo successo, una Content Inc appunto, il che ha molto senso, a patto di non radicalizzare troppo l’idea del non avere il prodotto, che nella maggior parte dei casi è invece rivedere un’idea iniziale grazie anche ai contenuti e all’interazione con l’audience.

Joe Pulizzi d’altra parte è l’autore di libri di successo internazionale come Uccidi il marketing e Epic Content Marketing ma è anche un Imprenditore seriale. Riconosciuto come uno dei massimi esperti internazionali di content marketing, di cui parla dal 2001, ha fondato il Content Marketing Institute e lanciato il Content Marketing World event.
Insomma, parlando di marketing dei contenuti ha sicuramente qualcosa da dire!
IL MODELLO CONTENT INC
Questo nuovo modo di fare azienda è stato razionalizzato dall’autore in uno schema in più fasi che ho riportato qui sotto.

In sintesi:
- Il punto di forza: si tratta di trovare un punto in cui ci sia confluenza tra un certo sapere specifico posseduto dall’imprenditore e un desiderio specifico del pubblico;
- Al punto precedente segue l’individuazione di uno spazio libero per i contenuti: ci sono magari centinaia di siti che parlano della stessa cosa ma pochi o nessuno con un certo taglio specifico;
- La base: ci deve essere un nucleo di contenuti, su specifiche piattaforme, su cui poi continuare la costruzione del modello e dell’audience;
- A questo segue la costruzione di una audience: la scelta della piattaforma e il primo nucleo di contenuti permette di costruire una popolazione di abbonati e sottoscrittori;
- Se tutto è stato fatto bene si deve iniziare a monetizzare, capendo quale sia la migliore opportunità per i ricavi: consulenza, software, eventi e altro ancora;
- Diversificare: se la base è solida arriva il momento di creare nuove estensioni di marca e conseguenti altri tipi di ricavi;
- Vendita o salto di qualità: partendo dal secondo dei due, la crescita oltre una certa misura va chiedere un salto dimensionale e organizzativo. L’alternativa è vendere il “contenitore di contenuti ad un’altra organizzazione (è la storia dell’autore).
QUALCHE HIGHLIGHT
Gli esempi e gli approfondimenti nel libro non mancano, volendo evidenziare qualche passaggio sicuramente l’autore spiega bene come la tecnologia abbia reso assieme più accessibile ma anche sottovalutato il lavoro della produzione dei contenuti: servono studio, conoscenza dei mezzi e una strategia chiara per garantire poi l’execution.
Inoltre non si tratta di un lavoro esclusivamente creativo, l’analisi dei trend e dei dati è un elemento chiave per il successo combinato al pensiero umano (era vero già nel 2015, e anche prima)
Ancora, le piattaforme non sono tutte uguali e questo richiede studio, così come va ben capito come portare in ultima analisi o sottoscrittori (e clienti) ad essere abbonati dell’azienda, con dati accessibili a questa e non solo al media che la ospita.
La quantità di esempi e anche gli approfondimenti sui tool utilizzabili sia gratuitamente che a pagamento rendono infine il libro anche molto pratico, e per questo consigliabile come lettura a chiunque abbia interesse sul tema, anche solo per comprendere meglio alcuni meccanismi cui siamo esposti ogni giorno.
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