Sul social media marketing ormai si discute ovunque in rete, almeno fra tutti coloro che sono addetti ai lavori.
Sono molto meno convinto invece che questo dibattito arrivi alle orecchie delle piccole e medie imprese, che sono impegnate nel lavoro di tutti i giorni e non possono disporre di un reparto marketing strutturato (condizione per altro non sufficiente per una strategia sul web sociale).
Come discusso in un post precedente temo poi che gli esperti di settore, già raramente in contatto con questo target, non parlino una lingua concreta e comprensibile all’imprenditore qualora le due parti si confrontino.
Ma le pmi dovrebbero fare social media marketing? E se lo possono permettere?
Sul fatto di doverlo fare direi proprio di sì: il mercato online offre grandi opportunità e limita notevolmente le differenze tra grandi e piccoli, dato che “gli iperlink sovvertono le gerarchie” (Cluetrain Manifesto). Inoltre il non esserci non equivale a non subire critiche, che anzi in caso di assenza non si è pronti ad affrontare, con gravi danni alla propria immagine.
Ecco dunque qualche consiglio, che traggo da una mia presentazione di pochi giorni fa:
a) ascoltate tanto, con tool dedicati o anche con strumenti più semplici e gratuiti
b) scegliete uno o due tipi di social media e coltivate la relazione, senza voler essere ovunque
c) non delegate questo lavoro agli stagisti, è un aspetto strategico
d) fatevi consigliare dagli esperti ma non delegate a loro il lavoro, dovete essere voi i protagonisti.
Il social media marketing di fatto è un lavoro di pazienza, attenzione e strategia, dove la principale risorsa economica è il tempo, non il denaro cash.
Per questo può essere alla portata di chi fa il proprio lavoro con passione e competenza, in prima linea, e forse diventa perfino più facile metterci la propria faccia quando non si è nascosti dentro una direzione marketing numerosa.
Parliamo infatti di rapporti personali e di umanizzazione dell’entità azienda, che diventa persona, e l’imprenditore italiano in questo potrebbe essere davvero protagonista, con la sua storia e le sue passioni.
Certo, ci vuole tempo, confidenza con il mezzo e qualche buon consiglio ma credo sia un investimento che valga la pena di intraprendere. In fondo non si tratta di esserci o non esserci, ma di vivere da protagonisti il social web invece che subirlo, sfruttando la sua forza a proprio favore (in questo senso leggetevi il capitolo 2 di “L’onda anomala”).
Voi che ne dite?
luglio 7, 2010 at 9:13 am
Io penso Gianluigi che una pmi sia molto focalizzata sul ritorno chiaro delle proprie attività di comunicazione. Vale per le grandi aziende, figuriamoci per le piccole. Soprattutto se, come in questo caso, tali attività non possono essere del tutto essere esternalizzate. Il che vuol dire, almeno inizialmente, aggiungere ulteriori carichi di lavoro e costi fissi che, in aziende piccole, devono essere più che giustificabili.
Per cui le pmi devono innanzitutto capitalizzare esperienze positive dal proprio tempo impiegato online. Esperienze economiche positive. Vale a dire: conversioni, vendite, nuovi contatti, crescita del business. Prima ancora che dai social media, una pmi dovrebbe perciò trarre frutto dalla propria attività online “di base” (se mi passi il termine), verificando ad esempio come un investimento nell’ottimizzazione del proprio sito sui motori di ricerca collegato alla creazione di landing pages e sorretto da una strategia con obiettivi precisi e verificabili, porti risultati da cui non potrà più prescindere in futuro.
Questo incoraggerà a credere – la fede è importante – di più nel valore delle attività online e ad aprirsi conseguentemente al marketing conversazionale, come evoluzione ed estensione naturale.
Diversamente, temo prevarrà sempre la sensazione di non-necessità, di perdita di tempo o di complessità eccessiva rispetto alle dimensioni e alle risorse aziendali.
E questo tutto sommato è un paradosso, dal momento che l’attività sui social media, da un punto di vista della dinamica di comunicazione basata sulla conversazione personale, si confà molto di più ai piccoli soggetti che ai grandi.
luglio 10, 2010 at 11:05 am
Ciao, sicuramente le pmi si devono avvicinare alle tecniche di webmarketing base, però un monitoraggio accurato e a costo zero dei social media per capire quante opportunità offra loro la rete in termini di mercato secondo me può essere un buono stimolo per tutta la loro presenza web.