Age of Context: Mobile, Sensors, Data and the Future of Privacy è un libro di Robert Scoble e Shel Israel, uscito nel 2013 ma ancora assolutamente attuale.

Si parla infatti di 5 forze: mobile, social network, data, sensor e location che solo oggi realmente oggi iniziano a esprimersi tutte a pieno nel quotidiano e stanno rendendo concreto il potere del contesto.

Age of Context: Mobile, Sensors, Data and the Future of Privacy

È un testo ricco di spunti e di tematiche: sanità, domotica, urbanistica, pubblicità, wearable e molto altro con sempre al centro le potenzialità aperte dalla raccolta di dati attraverso tutti i nostri dispositivi e la loro conseguente interazione con le persone e con altre macchine.  L’Internet of Things infatti per decollare ha bisogno della creazione di un ecosistema. E ora questo inizia davvero a concretizzarsi .

Scoble e Israel sono tendenzialmente ottimisti sui benefici che questo scenario porterà alla collettività ma non si nascondono tutte le implicazioni etiche e legali che tale sviluppo si porta con sé. Gli utenti sono sempre più disponibili a condividere delle informazioni personali per avere pubblicità più attinenti e un miglior customer service, ma c’è un’attenzione crescente a che cosa si cede e al diritto di “stare in silenzio”  o scomparire quando non si vuole essere tracciati.

Che cosa segna davvero la differenza? Un utilizzo rispettoso, trasparente e attento dei dati per offrire una customer experience personalizzata di valore e soprattutto il trust, che bisogna guadagnarsi e che è la nuova moneta secondo gli autori, e non solo per loro.

Per capire al meglio quale sia il potere dell’utilizzo consapevole di dati e informazioni ricavate dal contesto godetevi questo intervento di Carlo Ratti al recente SAP Executive Summit cui ho avuto il piacere di partecipare.

Ci sono davvero delle opportunità straordinarie, anche se come detto non va perso di vista il tema etico su privacy e potere che deriva dai dati, come lo stesso Ratti specifica nella parte finale del video.