Questo post parte dalla lettura di un articolo di Repubblica.it, dove si riportavano dei dati Nielsen che segnalano il sorpasso dei social media (301,5 milioni di frequentatori ad agosto) rispetto alle email (276,9 milioni).
Un dato sicuramente rilevante, tanto più che i social media non sono una semplice modalità push come le mail: i miei follower infatti sono aggiornati delle mie attività e di quelle dei miei contatti anche senza un invio da parte mia di un messaggio individuale.
Questa caratteristica è un’ottima possibilità per comunicare ma nasconde un problema: il rumore.
Ne ho scritto un po’ di tempo fa, davanti alla quantità enorme di messaggi che riceviamo, quanto ancora la nostra mente e la nostra attenzione saranno in grado di gestire questo bombardamento? Non c’è troppo chiasso?
Di sicuro è impossibile limitare l’espressione di ciascuno, anche perché nel totale di questi scambi c’è sempre una parte di contenuti che ci interessano.
Fermarsi all’uso di un solo strumento poi sembra piuttosto difficile perché, a parte forse Facebook, ogni social media ha una sua specializzazione (messaggio di testo, foto, video etc.).
Per questo motivo lo stesso Google Wave, che sto testando con grande interesse, potrebbe non essere ancora la risposta, pur offrendo un bellissimo (e non immediato) ambiente di comunicazione e condivisione utile per l’enterprise 2.0.
video tratto da www.bananaffair.it
Forse allora la soluzione sta in qualcosa che ancora non esiste, un web semantico in grado di farci avere, o creare, dei filtri che ci permettano in modo intelligente e dinamico di trovare quello che cerchiamo nel flusso di comunicazione, come per le merci della coda lunga.

Voi che ne dite? E’ solo un problema di organizzazione e gestione dei contatti o anche secondo voi il prossimo futuro ci riserva dei nuovi strumenti di comunicazione, che siano una sintesi di ciò che già oggi esiste?
dicembre 9, 2009 at 1:25 PM
ottimo spunto gianluigi: l’enorme mole di dati va filtrata. non so se il web semantico costituirà la panacea di tutti i mali, tuttavia credo che motori di aggregazione e funzioni di selezioni saranno necessarie e vitali nel prossimo futuro!
dicembre 9, 2009 at 2:47 PM
Concordo anch’io sul fatto che il prossimo futuro ci riservi nuovi strumenti di comunicazione, e che inevitabilmente (almeno in parte) saranno un sunto di ciò che già esiste.
Google Wave è uno di questi strumenti, ed in sè porta i concetti della email, del wiki, del blog e del microblogging, con una buona dose di tecnologia Google e molto buon senso.
A proposito di Google Wave, se ti avanzano inviti… 🙂
dicembre 10, 2009 at 1:31 PM
Ottimo spunto davvero.
Considera anche che lo stesso Wave crea una nuova marea di informazioni e discussioni che dopo un certo punto diventano davvero complesse da leggere.
Spesso con amici e colleghi mi sono trovato a dire “Apriamo un nuovo Wave”.
gennaio 12, 2010 at 9:00 am
Sul tema GoogleWave e sulle sue possibili applicazioni
ecco una Guida
Prof Daniele Pauletto