Sono 894 le criptovalute attive, per un valore complessivo di circa 327 miliardi di dollari (dato aggiornato al 16 aprile 2018). Il Bitcoin da solo rappresenta il 42% della totale capitalizzazione del mercato, ma dopo di questo la top ten delle principali criptovalute per market cap vede Ethereum, con il 16% della capitalizzazione, e Ripple con il 8%, seguite da BitcoinCash, LiteCoin, Cardano, Stellar, Iota Neo, Monero.

E’ quindi questo il vero valore della tecnologia Blockchain? Non solo e non proprio, anche se finora, come potete vedere anche dall’infografica che pubblico qui di seguito, l’hype mediatico è stato su questo tema.

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Su Wikipedia si legge che la blockchain, in italiano “catena di blocchi”, può essere semplificata come un processo in cui un insieme di soggetti condivide risorse informatiche (memoria, CPU, banda) per rendere disponibile alla comunità di utenti un database virtuale generalmente di tipo pubblico (ma ne esistono anche esempi di implementazioni private) ed in cui ogni partecipante ha una copia dei dati.

L’utilizzo di un protocollo di aggiornamento ritenuto sicuro dalla comunità degli utenti e di tecniche di validazione crittografiche genera la reciproca fiducia dei partecipanti nei dati conservati dalla blockchain, che la rende comparabile ai “registri” gestiti in maniera accentrata da autorità riconosciute e regolamentate (banche, assicurazioni ecc.).

Fiducia è dunque la parola chiave, cui però dovrebbe seguire “conoscenza”: qualcosa che in Italia, stando ai dati dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger, è ancora all’inizio.

A quanto pare però, un volta tanto, non sia i soli e la piena applicazione delle potenzialità di questo tipo di tecnologia ed ecosistema chiederà ancora un po’ di tempo. E pensare che oggi siano tecnologie già di produzione può essere un grosso fattore di rischio di insuccesso.

Che fare allora? A mio avviso bisogna studiare, documentarsi ed essere pronti ad inserirsi nelle prime catene di valore che si andranno a creare (senza le quali la tecnologia è inutile). Bisogna sperimentare ed accettare rapidi fallimenti per imparare e migliorare.

Frasi trite e ritrite? Assolutamente, ma siete pronti a dimostrare il contrario?