Il concetto di cloud computing sta ormai diventando di dominio pubblico, specie dopo gli annunci dei giganti Apple e Google, anche se a mio avviso in pochi hanno chiaro davvero di che cosa si parla.
La nuvola infatti è qualcosa di molto, molto concreto, ossia decine e centinaia di computer che grazie al crollo dei costi di banda e di storage hanno permesso, tra le altre cose, lo sviluppo dei social media e il modello economico del Fremium.

Infatti, dal punto di vista dell’utente finale, la tecnologia sottostante è piuttosto indifferente e quello che conta è la possibilità di accedere ai propri dati in qualsiasi al momento, da qualsiasi punto del mondo, in tempo reale.
Le stesse aziende, pur con le doverose tutele in termini di sicurezza, stanno approcciando sempre di più a questo tipo di soluzioni e le più lungimiranti stanno costruendo infrastrutture di dati adatte a fronteggiare le nuove sfide.
Come ho già detto però più volte a proposito dell’Enterprise 2.0 e dello stesso social web il punto finale è uno: senza un corretto approccio mentale gli strumenti non servono a nulla!
Infatti avere i dati sempre disponibili è utile se non sono organizzati in modo corretto? E poter condividere con i colleghi le informazioni ha qualche significato se poi la cultura aziendale incentiva a tenere le informazioni per sè per avere maggiore potere?
La mia impressione dunque è che ci sia un momento di hype che non è ancora supportato dal corretto cambiamento culturale. Voi che ne dite?
Featured link: Corso di Web Marketing
luglio 11, 2011 at 12:02 PM
Un gap palese, in particolar modo in Italia! Twitter ne è un esempio. Comunque è importante che gli operatori del settore, gli “influencer” della rete, aiutino a divulgare ed alimentare questa cultura. Attraverso blog come questo ad esempio.
un saluto,
francesca