Questo pezzo è originariamente apparso su http://www.techeconomy.it/ con cui collaboro editorialmente sui temi della digital transformation e della corretta visione dei fenomeni organizzativi ed economici creati della digitalizzazione.
La risposta alla domanda “Di chi è la tecnologia che sta in azienda?” sembra ovvia: del dipartimento ICT! Da sempre è la direzione che si occupa di questo, per competenza, tipologia di attività svolta, budget dedicato allo specifico ambito. Ma le cose oggi non vanno proprio così e la risposta non è univoca… Continua a leggere “Chi (e come) gestisce la tecnologia in azienda”→
Le cose che succedono dentro le aziende sul piano organizzativo quando si toccano gli ambiti che in qualche modo riguardano la trasformazione digitale stanno modificando molti concetti di gerarchia, e proprio sugli equilibri interni e sulle soft skill si gioca davvero molta parte della partita della leadership digitale.Continua a leggere “Le tre soft skill fondamentali per un leader della trasformazione digitale”→
Questo lunedì voglio iniziare la settimana con lo spunto di un’infografica sul tema del workplace, nell’era (a volte presunta) dello smart working e della collaboration.
Dati, dati, dati. Ormai se ne parla in tutti i contesti, a ragione quando se ne sottolinea l’importanza, spesso a sproposito quando si usano le buzzword più in voga, come big data che pure indica un’opportunità importantissima di cui i non addetti ai lavori colgono però solo il concetto di “volume”, senza considerare gli altri aspetti di velocità e varietà.
Vi ricordate la landscape sulla marketing technology, con quasi 2.000 vendor di soluzioni? Beh, anche il settore human resource (HR) software dice oggi la sua con 547 soluzioni divise in 17 categorie, che potete trovate sul sito capterra.con e qui di seguito.
Clicca sull’immagine per ingrandire 547 human resource (HR) software products
Oggi vi segnalo questa infografica tratta dallo studio globale che GlobalDMA in partnership con Winterberry Group ha realizzato sul data-driven marketing mettendo insieme le risposte di oltre 3.000 partecipanti provenienti da 17 mercati globali.
The Global Review of Data-Driven Marketing and Advertising 6 Global data and customer insights
Ringrazio Kawakumi per la segnalazione e vi rimando al suo articolo per un’ottima sintesi dei principali finding dell’executive summary della ricerca.
Da parte mia mi piace tornare ad evidenziare come creatività e dati si stiano sempre più avvicinando in un approccio multidisciplinare che richiede una doppia anima ai marketing manager.
Noi italiani come siamo messi rispetto a questo tema? A leggere le statistiche presenti nella ricerca di Global DMA non sembriamo tra i più fiduciosi nella possibilità di fare crescita attraverso questo tipo di approccio, il che contrasta con un certo ottimismo su temi affini, come i big data, che emerge da altre ricerche.
La mancanza di competenza in effetti è ancora una delle principali preoccupazioni, e non solo nel nostro paese, quando si parla di maneggiare grandi fonti di dati.
Il 15 aprile ho avuto il piacere di essere ospite del Forum della Comunicazione Italiana in un panel molto interessante, moderato da Alessio Jacona, in cui oltre a me erano presenti:
Nicola Bugini, Senior Consultant Adobe Systems Italia Alessandro Colafranceschi, Global Head of Online & Mobile Banking UniCredit Gabriele Gianello, Head of Digital Innovation – Direzione ICT Valentino Fashion Group Vlad Mihalca, Head of VAS PosteMobile (Gruppo Poste Italiane) Pepe Moder, Director of Global Digital Marketing Media – Car Pirelli Tyre Davide Surace, Digital Director Effe 2005, Gruppo Feltrinelli Librerie Feltrinelli
Si parlava di portare le aziende italiane nella digital economy, tema vastissimo che però è stato affrontato come una chiacchierata molto concreta che alla fine mi ha confermato che diversi punti sono in comune a tutti i settori.
2) le grandi sfide interne sono culturali prima che tecnologiche, il protagonista è il cliente ed è lui che detta l’agenda, l’azienda deve andargli incontro, stimolarlo ma non può imporre le proprie scelte in modo secco e unilaterale. E bisogna fare evangelizzazione nell’organizzazione perché il digitale da solo non basta a cambiare.
3) la misurazione è un fattore cruciale, e non si può più basare una campagna o una attività solo sul concetto che sia “bella”: deve anche funzionare. Inoltre poter misurare vuol dire sapere intervenire subito sulle criticità, visto che spostare un bottone in una app o in un sito può segnare una differenza clamorosa di risultato lato cliente.
4) non c’è una strada tracciata, bisogna sperimentare e avere coraggio di spingersi in terreni nuovi. È la parte affascinante e difficile del lavoro di chi si muove negli spazi dell’innovazione che passa attraverso questi nuovi strumenti.
Come si è ricordato nel talk show “la potenza è nulla senza controllo”, e quindi la competenza e il cambio culturale sono alla base del successo, perché la “rivoluzione digitale” è già avvenuta.
Vi lascio con un video che Nicola Bugini di Adobe ha mostrato per illustrare egregiamente che cosa succede se ciò non avviene e il controllo manca! Buona visione!