Facoltà di Frequenza. La prima radio universitaria italiana è un libro scritto da Romeo Perrotta ed uscito nel 2005 per l’editore Carrocci.

Perrotta è stato per quattro anni station manager della radio universitaria di Siena, Facoltà di Frequenza appunto, partecipando fin dall’inizio a questo progetto tuttora esistente.

Il libro dunque è un racconto della propria esperienza arricchito da considerazioni di ampia portata su questo tipo d’esperienza, in Italia e nel mondo, e delle prospettive per il futuro.

Il volume dunque inizia definendo cos’è una radio universitaria e passando poi in rassegna le origini di questo tipo di mezzo. Il capitolo poi prosegue analizzando la situazione nel mondo anglosassone, dove questo particolare media è nato ed è più forte, in Europa e negli altri continenti.

Dopo aver inquadrato teoricamente e storicamente le radio universitarie Perrotta passa all’esperienza di Siena, indicando prima di tutto le condizioni che ne hanno favorito la nascita: il dibattito sulla comunicazione pubblica in Italia (siamo nel 1999) e la nascita dei Corsi in Scienze della Comunicazione, rispetto ai quali l’Università di Siena risulta pioniera.

In più l’ateneo senese dimostra in quegli anni particolare sensibilità verso la comunicazione, istituendo degli specifici organi dedicati da cui la radio poi dipenderà direttamente.

In questo contesto favorevole nasce dunque Facoltà di Frequenza, un progetto di comunicazione interna (ed esterna) al quale Perrotta dedica i successivi quattro capitoli (3, 4, 5, 6) descrivendone la storia, l’organizzazione, la linea editoriale ed i singoli programmi in onda.

Ne viene fuori un quadro estremamente ricco ed interessante, reso ancor più efficace dal fatto che ciò che viene raccontato è il frutto dell’esperienza vissuta dall’autore.

Risaltano dunque le difficoltà iniziali, l’organizzazione e la divisione dei ruoli, l’individuazione dei bisogni del target (studenti, docenti e personale amministrativo), la definizione di una filosofia editoriale.

Particolarmente interessante è l’inquadramento di questo progetto in un’ottica di comunicazione pubblica, dato che la radio è una diretta emanazione dell’ateneo che svolge il ruolo di editore.

A questo tema dunque è dedicato il capitolo 7, in cui Perrotta affronta la portata innovativa della radio universitaria come mezzo culturale, di servizio (con riferimento alla legge 150/2000) e come strumento didattico.

Infine il libro si chiude con alcune prospettive evolutive, per Siena e per il resto d’Italia, dove mancano ancora altre esperienze organiche, benché molti atenei (Padova, Verona, Teramo, Roma, IULM, Trento, Foggia, Ferrara, Pavia) abbiano già dei programmi radiofonici gestiti da studenti su radio locali.

In particolare vengono descritte le prospettive date dalle nuove tecnologie, come internet, che possono risolvere molto problemi in termini di costi, frequenze e licenze.

Nel complesso dunque il libro di Romeo Perrotta è uno spaccato interessantissimo su di una realtà innovativa e di grande potenziale e può essere di guida anche per altri atenei.

In più il fatto che non sia un libro teorico ma che invece l’autore abbia vissuto in prima persona l’esperienza che illustra è un plus davvero notevole per il lettore.

GIANLUIGI ZARANTONELLO