L’altro giorno, in un raro momento di calma davanti al pc, mi sono perso a girare da un profilo all’altro di alcuni social media (Facebook, Twitter, FriendFeed e altri), spingendomi anche negli amici degli amici.
Davanti alla quantità enorme di messaggi che incontravo a mano a mano mi è salito dentro la testa un dubbio, quanto ancora la nostra mente e la nostra attenzione saranno in grado di gestire questo bombardamento? Non c’è troppo chiasso?
Dal momento che conoscete il mio amore per i social media fin da tempi non sospetti (le mie prime esperienze in merito risalgono al 2002) penserete che io sia improvvisamente impazzito.
Non è così (al massimo sono un po’ stressato).
Non ho smesso di credere che la strepitosa possibilità di espressione e di creazione in una propria identità sul web 2.0, se la sa usare, sia una delle più grandi rivoluzioni del nostro tempo.
Moltissimi dei miei contatti sono poi persone che scrivono cose interessantissime su argomenti che condividiamo, oltre a lasciarsi andare a qualche momento di piacevole svago.
Ciò non toglie che con sempre più gente online questa grande conversazione stia diventando un po’ rumorosa, tanto più che vi entrano molte aziende che la scambiano erroneamente per uno spazio dove replicare i loro spot invece di dialogare con gli utenti.
Si tratta dunque di una situazione di troppa ricchezza, che offre scelta infinita ma che rischia di impedire di fruire di ciò che si vuole se non lo si riesce a trovare.
Ma Internet è un mercato dalla lunga coda, come ci insegna Chris Anderson: liberi dalla tirannia delle frequenze limitate, delle pagine stampate e dei palinsesti tutti i nostri contenuti, come tutte le merci, corrono incontro ad un mercato illimitato dove almeno qualche persona li “comprerà”, preferendoli ai bestseller.
In questa curva la grande massa dei micro-contenuti, sommata assieme, diventa maggioranza facendo la fortuna di realtà come YouTube, eBay o anche Amazon.
E allora che cosa manca? Secondo me il futuro dei social media passa per la possibilità di avere, o creare, dei filtri che ci permettano in modo intelligente e dinamico di trovare quello che cerchiamo, come per le merci della coda lunga (per cui sono requisito fondamentale).
Sicuramente già oggi qualcosa c’è ma credo che l’evoluzione in tal senso sia una delle sfide del futuro, per non essere sommersi dal clamore di tante voci che ci stanno parlando tutte assieme, senza sacrificare la libertà di nessuno.
Voi che ne dite?
luglio 21, 2009 at 7:10 am
Ai social network aggiungerei la posta elettronica, le news letter, ecc.
E” l”overload informativo. I sintomi si vedono in chi non ce l”ha.
I filtri li dobbiamo creare noi, secondo me. Per il resto ci saranno i nuo o motori di ricerca ed il web semantico…
luglio 21, 2009 at 4:27 PM
C’è una seria possibilità di diventare stupidi (sempre che non lo siamo già). Negropone, già nel ’95 sosteneva le tesi del narrowcasting contro quelle del broacasting (così, tanto per dire che Anderson non ha inventato niente :D).
Ancora Negroponte e De Kerchove, già negli anni ’90, lottavano tra due definizioni, quella di daily me e di daily us, cioè agenti intelligenti capaci di darci notizie prima su ciò che era più pertinente con le nostre scelte (me) e poi con ciò che era pertinente con le scelte degli altri (us).
La tecnologia semantica dovrebbe fare tutto questo conoscendo i nostri gusti e quelli delle persone con cui siamo in contatto e provare ad offrirci contenuti selezionati che possono più o meno essere di nostro gradimento. Il tutto è molto complesso, perché anche chi non apparentemente legato semanticamente ai nostri gusti potrebbe offerire, di tanto in tanto, contenuti interessanti.
Trovare la quadratura del cerchio sarà molto difficile.
luglio 21, 2009 at 8:41 PM
Ciao Jose, grazie per il commento. Credo che la perfetta comprensione dei nostri gusti non potrà mai essere frutto di un algoritmo.
Probabilmente la quadratura sarà data da un servizio online con delle regole intelligenti e semantiche (come diceva Leonardo) su cui si innesterà anche un contributo umano di amici o persone affini.
Semplice no, cosa aspettiamo a farlo? 🙂