Wikinomics. La collaborazione di massa che sta cambiando il mondo è un libro di Don Tapscott e Anthony D. Williams pubblicato nella versione italiana nel 2007 da Etas Libri.
Il titolo ed il sottotitolo lasciano pochi dubbi su quale sia l’argomento in questione. Gli autori infatti, partendo dalla fortunata esperienza di Wikipedia, affrontano il tema del lavoro collaborativo attraverso i nuovi strumenti tecnologici.
Non si tratta assolutamente di un libro a carattere teorico né di un saggio di taglio sociologico, nel testo infatti si parla di business e di come il mondo, specie quello economico, stia cambiando sotto la spinta di un nuovo modo di collaborare, con nuovi meccanismi di creazione di valore e innovazione.
La nuova collaborazione di massa. la Wikinomics appunto, secondo Tapscott e Williams si basa su quattro principi: l’apertura, il peering, la condivisione e l’azione globale.
L’apertura comporta un cambiamento culturale tale per cui le imprese stanno iniziando ad avere confini “porosi” e sempre meno certi, aprendosi al bacino globale di intelligenze e conoscenze al di fuori delle proprie mura che necessariamente sono più numerose di quelle interne.
Per questo le aziende stanno rilasciando verso l’esterno un numero sempre maggiore di informazioni un tempo riservate, in modo tale che più persone possibili tra partner, fornitori, scienziati, studenti le possano utilizzare per contribuire alla creazione del valore.
Il peering indica quella forma di organizzazione autonoma che porta le persone ad aggregarsi in in gruppi e comunità che si scambiano materiali che poi possono essere rivisti e migliorati continuamente da tutti i partecipanti e che poi sono rimessi continuamente in circolo per nuovi sviluppi.
Un caso celebre è quello di Linux, il sistema operativo continuamente implementato e sviluppato da centinaia di programmatori sparsi in tutto il mondo ma nel libro ve ne sono molti altri.
La condivisione poi prevede che le imprese mettano a disposizione di un “ecosistema” di persone ed altre imprese parte del loro patrimonio intellettuale in modo che tali conoscenze possano essere sviluppate a ritmi molto più rapidi e che tutti quindi possano avvantaggiarsene in un processo win-win.
L’azione globale infine implica che in un mondo dove i confini geografici sono annullati dalla tecnologia le aziende devono imparare ad attingere ad un bacino di talenti e fornitori sempre più vasto e al di là dei tradizionali confini culturali, disciplinari e organizzativi.
Si tratta di spunti molto forti che però potrebbero sembrare anche poco attuabili.
Il merito del libro invece nei capitoli successivi a quello introduttivo è quello di mostrare con esempi concreti e case-history che questo processo sta già avvenendo e non riguarda solo il mondo di internet.
Per fare solo alcuni esempi la BMW oggi si concentra solo alcune competenze quali l’elettronica e l’esperienza di guida mentre il 70% (!) della progettazione e realizzazione dell’auto avviene per opera di fornitori e partner integrati con la casa madre.
Ancora, l’industria cinese delle motociclette attraverso i meccanismi della peer production e della condivisione è già oggi la più grande del mondo grazie ad una rete di imprese che collaborano dinamicamente fra loro riducendo enormemente i tempi di sviluppo.
Infine grandi aziende come Procter&Gamble utilizzano attivamente dei marketplace virtuali dove da un lato chiedono alla comunità soluzione a specifici problemi e dall’altra offrono soluzioni tecnologiche da loro inutilizzate per ricavarne utili con le licenze.
Gli esempi del libro sono molti di più ma il concetto centrale è già chiaro da quanto citato sopra: esiste ormai un nuovo modo di sviluppare una collaborazione di massa che sta rivedendo la modalità di creazione del valore in tutti i settori e che necessità di una nuova cultura organizzativa in cui l’impresa non è un mondo chiuso ma è parte di un meccanismo aperto e poroso di condivisione e scambio.
Non è una profezia bensì una realtà che si è già concretizzata, per questo Wikinomics è una lettura davvero interessante, per tutti.
Autori: Don Tapscott, Anthony D. Williams
Editore: ETAS Libri
ISBN: 9788845313844
Prezzo: 20,00 Euro
marzo 9, 2010 at 11:38 am
Grazie. Sempre molto interessanti i tuoi post.Bello il concetto di creazione di valore. Questo mi da ocnferma di intuizioni che ho da tempo circa la possibile evoluzione sia della società che del mercato e anche della politica. Il libro lo leggerò sicuramente. Io sono convinto che questi meccnismi di condivisione debbano calarsi anche nella nostra quotidianità il problema è l’educazione a condividere che è solo appannaggio di grandi organizzazioni commerciali dove questa cultura è posssibile farla maturare… e dove si può organizzare una azione globale.
Interessante comunque ragionarci anche in termini di sviluppo personale.
Grazie
marzo 26, 2010 at 10:39 am
Grazie di ricordarci che “non è profezia bensì realtà”!
Lo si può vedere un po’ ovunque ormai: ADV Boucle e la loro rete virtuale di esperti (che all’occorrenza – progetti, articoli – si materializza e diviene molto concreta), la politica e l’impegno sociale(che ormai fan aggregazione e organizzazione su Meetup, Facebook, Twitter), l’arte (con le migliaia di demo e informazioni disponibili su MySpace ecc.), e così via, all’infinito.
E mi ci metto anch’io: da ormai 15 anni curo gli interessi europei per una società di analisti di mercato australiana… dal mio computer, a parte poche incursioni live con clienti e qualche mission fuori porta. E sono ormai grande estimatrice di Mozilla e Linux!