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Il Blog di Gianluigi Zarantonello. Strategia, digital transformation, tecnologia e marketing nell'ecosistema digitale

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Si può imparare la digital transformation dalla Cina?

Questo pezzo è originariamente apparso su http://www.techeconomy.it/ con cui collaboro editorialmente sui temi della digital transformation e della corretta visione dei fenomeni organizzativi ed economici creati della digitalizzazione

Imparare la trasformazione di business dalla Cina, è possibile?

Sicuramente il paese del dragone sta vivendo una crescita digitale imponente, che ha portato con sé la creazione di una serie di colossi, rappresentati dai tre che si celano dietro la sigla BAT (Baidu, Alibaba e Tencent) ma anche dai tanti “unicorni” che appaiono anno dopo anno sul mercato. Continua a leggere “Si può imparare la digital transformation dalla Cina?”

Che cosa vuol dire Digital in azienda?

Questo pezzo è originariamente apparso su http://www.techeconomy.it/ con cui collaboro editorialmente sui temi della digital transformation e della corretta visione dei fenomeni organizzativi ed economici creati della digitalizzazione.

In principio era il sito web. Asset più o meno importante che viveva di sua vita propria, di solito all’interno di un dipartimento di marketing, con qualcuno di più o meno dedicato a seguirlo e con nulle integrazioni tecnologiche con l’area IT. Di fatto un simpatico giocattolo di cui non si poteva fare a meno ma che mai poteva spostare gli equilibri e i risultati più importanti.

Questo 10 anni fa era la norma e oggi a livello di strutture ufficiali di alcune aziende lo è ancora mentre in altre è diventato terreno di conquista e quindi scontro tra le persone.

E tutto questo accade nonostante i fatti abbiano portato altrove, loro malgrado, tutte le organizzazioni.

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Il mobile non è solo marketing, è trasformazione digitale!

La scorsa settimana sono stato alla presentazione dell’Osservatorio Mobile B2c Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, le cui conclusioni chiave sono riassunte nell’infografica che pubblico oggi.

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Mobile Marketing. Nuove relazioni, nuovi clienti

Mobile Marketing. Nuove relazioni, nuovi clienti è un libro di Gianluca Diegoli e Marco Brambilla, uscito per Hoepli nel 2016.

Il mobile marketing è un argomento caldo, su cui molto si parla sui media e molto si discute nelle aziende, non sempre con competenza: ecco perché questo libro è sicuramente una lettura preziosa.

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Mobile o…mobile first? Questo è il dilemma!

Lo avevo scritto recentemente, l’Italia si sta digitalizzando e uno dei fattori trainanti, prima ancora della penetrazione internet (ancora inferiore del 10% alla media europea) è sempre il mobile, specie se abbinato all’uso dei social (penetrazione da mobile del 3% oltre la media europea a parità di percentuale di utenti social attivi). Continua a leggere “Mobile o…mobile first? Questo è il dilemma!”

Everywhere Shopper, ossia perché la multicanalità è un (pragmatico) dato di fatto

Qualche settimana fa, dopo essere stato al SAP Executive Summit, avevo scritto che ormai il cliente è digitale anche se non lo sa, in quanto a seconda dei suoi momenti di vita ricorrere con naturalezza alla tecnologia, in modo più o meno spinto, senza per questo percepire di essere in una dimensione diversa dal quotidiano.

In questi giorni una serie di dati confermano questa impressione: nella classificazione degli Osservatorio Multicanalità del Politecnico di Milano quest’anno gli Everywhere Shopper si aggiungono ai 4,6 milioni di Newby (over 55 e abitudinari), ai 5,3 milioni di Old Style Surfer (45-62 anni, razionali e pragmatici anche negli acquisti), agli 8,7 milioni di Social Shopper (over 45, molto informati e attenti), ai 12,5 milioni di Hyper Reloaded ( 20-44 anni amanti delle tecnologie ma anche dei servizi di contorno all’acquisto).

Everywher shopper Continua a leggere “Everywhere Shopper, ossia perché la multicanalità è un (pragmatico) dato di fatto”

Il giro del mondo multicanale in 6 citazioni (più una)

Oggi voglio provare a proporre un post un diverso, con alcune citazioni di personalità e siti rilevanti del mondo digital che poi commenterò brevemente per evidenziare dei concetti che in altri paesi sono al centro di molti dibattiti ma che in Italia sono ancora poco percepiti. Molte cose le ho già toccate più volte ma queste frasi testimoniano come siano temi reali e di alto livello.

Immagine tratta da http://2.bp.blogspot.com/
Immagine tratta da http://2.bp.blogspot.com/

Citazione 1

It is impossible to separate digital from marketing because understanding and connecting with the customer is marketing – Esmeralda Swartz su CMO.com

Partiamo dalla base: la divisione fra digital e marketing è piuttosto artificiosa ormai, non si può pensare a delle attività e a una strategia senza i nuovi strumenti. Contemporaneamente, il digitale non è da solo sufficiente a cambiare il mondo.

Citazione 2

Marketing technology is about both efficiency and experience – Scott Brinker su http://chiefmartec.com/

Detto che la divisione dunque non c’è bisogna capire come approcciare le tecnologie per fare marketing, che nel mondo stanno diventando la prima spesa IT a livello assoluto. Non si può ridurre il tutto però solo a un fatto tecnico: automatizzare gli strumenti deve sì portare risparmio ma non può non collegarsi all’esperienza che il cliente deve avere attraverso tutti i touch point. I marketers dunque non devono avere paura della tecnologia, la devono conoscere (ciascuno per quanto gli basta) e sfruttare attivamente.

immagine tratta da http://chiefmartec.com/
immagine tratta da http://chiefmartec.com/

Citazione 3

In 2014, brand will have to stop thinking social media as a silos and approach it as a social business one where technologies and methodologies are deeply integrated into the core of the business – Charlene Li www.altimetergroup.com

Il concetto del superamento del silos è piuttosto costante in tutti i commenti sullo scenario e non può non applicarsi ai social media, croce e delizia di molte aziende che sono in bilico tra la voglia di usarli e la paura della perdita di controllo (oltre che con dei risultati non soddisfacenti). Il fatto di usarli in modo separato dal resto dell’ecosistema aziendale non porta sostanziali benefici, mentre l’ascolto e la relazione che permettono con il cliente delle grandi opportunità

Citazione 4

2014 will be a tipping point for mobile marketing. […] There is no other platform that is as personal, as pervasive and provides the opportunity for proximity – Greg Stuart – www.mmaglobal.com.

Sul mobile ormai si possono scrivere trattati ma io credo che non siano ancora così chiare le opportunità offerte dal modo con cui la gente lo usa. Relativamente pochi ad esempio valorizzano la navigazione e la fruizione dei propri owned media da cellulare, e anche nelle stesse app non viene spesso creato del valore aggiunto per il cliente, non partendo dai suoi bisogni e anche dal suo livello di adozione del mezzo.

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Citazione 5

You may never turn your CIO and CMO into the best of friends, but you should be able to convince them they are natural allies – Glen Hartman – su Harvard Business Review

Citazione 6

Find the right digital leaders. Leadership is the most decisive factor for a digital program’s success or failure. Increasing C-level involvement is a positive sign, and the creation of a CDO role seems to be a leading indicator for increasing the speed of advancement – Brad Brown, Johnson Sikes, and Paul Willmott su http://www.mckinsey.com/

Le ho messe assieme perché toccano entrambe il tema organizzativo e la sorprendente (per chi non segue da tempo questi trend) convergenza fra CIO e CMO, causata dalla consumerizzazione dell’IT e dalla nuova centralità della tecnologia nel business.

I due mondi dunque devono ricominciare a parlarsi e a lavorare assieme, anche perché il livello di complessità di tutto questo sta diventando davvero alto e richiede entrambe le competenze.

Siccome poi la complessità di cui sopra impatta su tutte le aree aziendali è ormai necessario avere all’interno delle organizzazioni degli innovatori leader che possano guidare questo processo evolutivo. È ovviamente necessario però che abbiano legittimazione organizzativa sufficiente per essere ascoltati e seguiti.

Citazione 7

Marketing is too important to be left to the marketing department – David Packard

Chiudo con questa che non mi sembra necessario commentare.

Quanto sono pronte alla sfida le vostre realtà?

I progetti digitali iniziano con una domanda: perché?

Ci sono diversi tipi di strumenti e di tecnologie che hanno cambiato il modo di lavorare e di vivere: Internet prima di tutto, poi i social media, gli smartphone, la cloud e molto altro.
In tutti questi casi parliamo, giustamente, di rivoluzioni digitali perché il loro effetto è stato dirompente.

Fonte Brian Solis
Fonte Brian Solis

Spesso però i dati sono contraddittori e le attese (soprattutto delle aziende) sono deluse: i social media sono visti in modo altalenante, sono svariati anni che si attende “l’anno del mobile“, le logiche collaborative corporate sono piuttosto all’inizio e le stesse professioni digital sono da alcuni esaltate e da altri viste come fuffa di passaggio.

In realtà, secondo me, i fatti sono un po’ più complessi: in tutte le rivoluzioni, come ricorda anche Gianni Riotta nel suo recente libro su Internet, il cambiamento è più lento e in parte imprevedibile nei suoi esiti e chi cerca di vedere solo fenomeni eclatanti o di seguire l’ultima grande moda rischia la delusione.

Prendiamo il mobile: in molti si affannano a realizzare applicazioni da valore aggiunto limitato e ci si focalizza spesso su tecnologie “wow” ma ancora poco facili da usare, come la realtà aumentata. Nella maggior parte dei casi i ritorni sono modesti e la verità è che invece la navigazione su Internet su cellulare è accessibile da anni ma solo progressivamente la gente ha cominciato a usarla, premiando chi ha lavorato sui siti mobile ready, ossia alla prosecuzione naturale del servizio offerto già in precedenza con le pagine web su desktop, o chi ha pensato applicazioni che davvero danno un beneficio a chi le usa.

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Lo stesso discorso vale per la penetrazione dei social network, che come ho scritto in passato parte da lontano e da una serie di fattori che solo ad un certo punto diventano così chiari da creare l’hype mediatico. Anche qui però gli utilizzi da parte delle aziende sono poco efficaci perché agiscono sulla parte più spettacolare e visibile del processo, e non sul misurare quelle correnti profonde dove però sta il valore.

Ed è proprio al valore che occorre guardare in un’epoca che Brian Solis definisce “digital Darwinism, a time when technology and society are evolving faster than the ability of many organizations to adapt. It is for this reason (along with a myriad of other problems of course) that in fact killed Borders, Blockbuster, Polaroid and the like.”

Fonte Brian Solis via Flickr
Fonte Brian Solis via Flickr

Per questo ogni progetto di marketing (che ormai è per forza digital) deve oggi guardare più in profondità, leggere nelle pieghe dei numeri, capire davvero i clienti e non essere solo cosmetico.
Ciò richiede un’attenta capacità di ascolto e, alla fine, si deve tornare a guardare a quelli che sono i bisogni che le persone soddisfano con ciò che ogni azienda offre.

In questo il digital è una leva fondamentale ma non basta da solo se non si parte dalla prima domanda: perché stiamo facendo questo e quale è il significato profondo del nostro proporre prodotti e servizi al mercato?

Mobile marketing. Oltre le App… per una vera strategia multicanale

Mobile marketing. Oltre le App… per una vera strategia multicanale è un libro di Andrea Boaretto, Giuliano Noci e Fabrizio M. Pini edito dal Il Sole 24 Ore a fine 2011.

Giustamente il volume, che si fonda anche sull’esperienza pluriennale condotta nell’ambito dell’Osservatorio Mobile Marketing & Service del Politecnico di Milano, evidenzia fin dal sottotitolo la vastità dell’argomento trattato (che esula dalle sole app) e il suo essere inserito in un contesto più ampio come quello della multicanalità.

Mobile marketing

Nel primo capitolo dunque gli autori, con il supporto di Francesca Travi, chiariscono il concetto di mobilità nel nostro contesto socioeconomico, passando poi in rassegna i diversi mezzi (pc, tablet, ebook reader, smartphone, console per video giochi) e i vari tipi di rete (estese, locali, circoscritte) cui questi strumenti possono collegarsi per funzionare. Già da questa prima visione diventa evidente che le app non sono che una parte di un ecosistema più vasto, in cui un ruolo chiave è ricoperto dal contesto e dalle sue possibilità di accesso alle reti di comunicazione.
Non a caso poi la parte finale del capitolo tocca tutti gli aspetti di ibridazione fra i mezzi che rappresentano la punta evolutiva di questi fenomeni.

L’impatto di tutto l’ecosistema multicanale sui modelli di business è notevolissimo ed è l’oggetto del secondo capitolo, in cui si tratta diffusamente il tema della digitalizzazione delle imprese e della rivoluzione che essa comporta, spesso più silenziosa di quanto talvolta proclamato ma non per questo meno dirompente.

Le strategie con cui affrontare questo mercato e questo contesto sono trattate nel terzo capitolo del libro, in cui gli autori cercano di inquadrare il mobile in un framework strategico e operativo, non prima però di aver esposto i principi di base del marketing multicanale, cui non si può non guardare quando si parla di tali temi.
Questo ovviamente comporta l’inserimento del mobile in un mix di canali, con cui si creano relazioni diverse e dinamiche.

Gli strumenti con cui queste strategie di declinano sono numerosi, alcuni sono più “tradizionali” come gli sms e altri più evoluti, come le app e tutto ciò che ruota attorno al browser, la loro varietà in ogni caso può essere compresa e sfruttata solo se si ragiona secondo obiettivi ben precisi e con attività diversificate per mezzo.
Questi e altri argomenti vengono approfonditi nel capitolo quarto, che si avvale della collaborazione di Elena Bilisco.

Infine c’è un altro grande argomento, quello della misurazione, che stranamente (visto che parliamo di marketing) è ancora molto poco approfondito, vuoi anche per la difficoltà in tal senso del mezzo mobile e della logica multicanale nel suo complesso. Chiara Sandi insieme con gli autori elenca le metriche più importanti che permettono di costruire una valutazione seria delle iniziative, fermo restando che prima di tutto devono essere chiari gli obiettivi.

In conclusione, in un Paese come il nostro, che si distingue a livello mondiale per penetrazione di cellulari e smartphone e per la numerosità delle utenze, la corretta comprensione degli strumenti del mobile e un approccio scientifico alla multicanalità si rende sempre più necessario e, al di là delle professionalità più specifiche, questa lettura può essere utile e preziosa per chiunque si occupi di business.

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