Media senza mediatori. Appunti e spunti sulla comunicazione di convergenza è un libro di Michele Mezza uscito nel 2004 per i tipi di Morlacchi Editore.
Il libro nasce da una serie di lezioni universitarie tenute dall’autore, giornalista e vicedirettore dello sviluppo business e strategie tecnologiche Rai.
In particolare Mezza è stato l’ideatore ed il creatore del progetto di RaiNews24, il canale all news Rai, ed è proprio attorno a questa esperienza che il libro sviluppa le sue riflessioni.
Si tratta di appunti e tracce di lezioni (in allegato al testo ci sono anche le slide) e, per stessa ammissione dell’autore, alcuni concetti sono ripresi più volte in quanto i materiali non sono stati rielaborati.
L’interesse di questi testi è dato soprattutto dalla concretezza visto che l’autore parla di un’esperienza professionale di alto livello vissuta in prima persona come responsabile di progetto.
Un primo concetto centrale del libro è quello ripreso da titolo e sottotitolo: il mondo dei media sta cambiando, le diverse tecnologiche si intersecano e cambiano le routine di produzione e sottraendo il monopolio dell’informazione ai grandi network e, più in generale, dei giornalisti professionisti.
Un esempio è dato proprio dai canali all news: un tempo la CNN deteneva il monopolio di questo tipo di attività perché, rispetto alla maggior parte dei network europei, solo loro potevano sostenere i costi degli inviati e dei collegamenti in tutto il mondo.
Oggi invece molti episodi di guerra o di cronaca sono stati trasmessi in anteprima da giornalisti (e non solo) con semplici videofonini o attraverso pc portatili, la stessa RaiNews24 ha battuto tutti sul tempo in occasione dello schianto di un piccolo aereo da turismo sul grattacielo Pirelli reperendo in rete una webcam puntata sul posto.
Come Mezza ricorda con orgoglio in più punti del libro la stessa CNN ha ripreso le immagini messe in onda dal canale Rai pochissimi minuti dopo l’evento grazie a questo escamotage dato dal utilizzo congiunto di più media.
L’autore dunque parla di giornalista cross-mediale, un professionista che è in grado di utilizzare diversi media in modo congiunto, sa montare un pezzo con diversi strumenti e ne sa gestire i linguaggi e gli aspetti tecnici.
Inoltre, come rilevato in moltissime altre pubblicazioni di questi tempi, il giornalista oggi si avvia a perdere la tradizionale funzione di filtro organizzatore attraverso cui le notizie vengono confezionate ed arrivano o non arrivano al pubblico.
In realtà un evento drammatico come l’attacco alle Twin Towers a New York l’11 settembre è stato documentato per una grandissima parte da videoamatori o comunque non da giornalisti professionisti.
A questo punto il ruolo del giornalista cambia e diventa quello di mettere ordine in questo grandissimo quantitativo di immagini, notizie e materiali, operando un’azione di guida che aiuta l’utente di news ad orientarsi in questo mare magnum.
Il libro poi analizza ancora aspetti relativi a internet ed al digitale terrestre, tuttavia il concetto chiave resta sempre lo stesso, il giornalista deve essere sempre più cross-mediale, in grado di gestire e governare una quantità di mezzi e formati che consentono di vincere la sfida della documentazione accurata nel minor tempo possibile.
Come si diceva all’inizio dunque il libro è particolarmente prezioso perché parte da un’esperienza vissuta che consente riflessioni estremamente interessanti anche sull’evoluzione delle routine produttive nella creazione delle news.
In altri termini Mezza quindi consente ai suoi lettori di addentrarsi non solo nel dibattito sul ruolo del giornalista moderno ma anche nella creazione del business di un canale all news.
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