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Il Blog di Gianluigi Zarantonello. Strategia, digital transformation, tecnologia e marketing nell'ecosistema digitale

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Che cosa ci dovrebbero insegnare le elezioni sui social, sulle persone e sulla comunicazione (multicanale)

Dopo qualche giorno di assestamento e digestione (parziale) degli esiti elettorali ho iniziato a fare qualche riflessione sugli insegnamenti e le evidenze di quanto è successo.
Di sicuro è stata la prima vera occasione in cui i candidati, ma anche le persone comuni, hanno utilizzato in modo massiccio la rete, e in particolar modo i social media.
Ne ho già parlato a inizio anno, e avevo evidenziato allora come alla fine ciò che avviene su questi mezzi non sia altro che uno specchio della realtà sociale e non un’isola esoterica in cui avvengono cose diverse e superiori.

Il Doodle eletttorale
Il Doodle eletttorale

A questa riflessione mi sento di aggiungere oggi alcune note:

1) Le persone “non addette ai lavori” ormai sono presenti in modo regolare sui social media, in senso più ampio e non limitato solo al solito Facebook. La cosa sicuramente disturba un po’ gli early adopters che vedono “imbarbarite” le discussioni ma nella realtà ora questi mezzi sono molto più lo specchio della società reale. Nel bene e nel male.

2) I social hanno potenziato, o almeno sostenuto, la comunicazione superficiale e per slogan che pure vediamo da tempo in televisione. L’aggravante, se vogliamo, è che online ci sarebbero gli spazi e i mezzi per l’approfondimento, ma prevalgono invece i rilanci senza letturala velocità, la contestualità e l’emozionalità che ho già considerato poco tempo fa parlando dei social video.
Ancora una volta, possiamo dire che è la causa sta nello strumento, o piuttosto è un fenomeno sociale che la tecnologia sta solo rafforzando?

3) Siamo ancora lontani dall’idea di utilizzare questi strumenti per ascoltare: al massimo è stata intercettata la rabbia ma non di certo i temi chiave, come invece si è fatto nella campagna Usa. E questo vale anche per il partito più digitale, il Movimento 5 Stelle, che infatti non è proprio fucina di maestri di contraddittorio e democrazia interna.
Un mezzo insomma ancora monodirezionale e usato in modo non corretto, senza nemmeno il plus del fundrising.

4) I mezzi digitali funzionano bene se lavorano assieme a tutti gli altri: ancora una volta, grande capacità è stata dimostrata da Grillo con il suo non essere in televisione in modo diretto, attirando però in questo modo l’attenzione dei media, oltre che a mixare la forza delle piazze con quella dei seguaci sul web.
Ma ciò che vince alla fine è il contenuto, il racconto, la sua forza e coerenza, come dovrebbe essere per tutta la comunicazione multicanale vincente.

Immagine tratta da http://www.broxlab.com

Al di là dunque della difficile situazione politica, quanto abbiamo visto mi dimostra una volta di più che ormai viviamo in un mondo in cui digitale, media tradizionali e vita reale sono intrecciati in modo inestricabile.
Altro che popolo del web…che ne dite?

Il ROI del web e dei social media: qualche considerazione fuori dai luoghi comuni

Oggi voglio tornare su di un tema che è sempre di grande attualità, la misurazione del ROI delle attività sul web e, in particolare, dei social media.

Partiamo dal web “in generale” per alcune considerazioni.

Prima di tutto Internet è il mezzo di comunicazione più misurabile in assoluto, niente a che vedere con convenzioni approssimative come l’Auditel o le varie metriche dell’advertising tradizionali, cui tutti credono perché non c’è altra modalità di rilevazione (e perché alla fine fa comodo che non si possa realmente verificare il dato).
Qui parliamo di un mezzo dove ogni singola azione e reazione è tracciata nel dettaglio e può essere utilizzata per spingerci fino ad una comunicazione one to one. Il problema dunque del poter misurare sul web non si pone.

Questo però ha un risvolto che nessuno considera: avere tanti dati vuol dire anche dover scandagliare una mole elevata di informazioni, il che implica lavoro, come ho scritto già in passato abbiamo il tempo e le risorse per l’analisi?
E abbiamo le competenze? Siamo sicuri che non ci stiamo rallegrando di un + 15% di visite senza vedere che queste vengono da altro un sito dove si dice che noi sfruttiamo i bambini e usiamo materiali cancerogeni per i nostri prodotti?

Dunque, senza entrare nel dettaglio dello sviluppo della web analytics (rich media, ajax, packet sniffing etc.) , pensiamo prima di tutto a dotarci di un sistema di misurazione e usiamolo, possibilmente anche con l’aiuto di esperti ad hoc.
La maggior parte delle aziende, ricordiamolo, non ha accesso diretto a tali dati e spesso non li legge nemmeno nei report forniti dalle agenzie.

Per quanto riguarda poi i social media, anche qui è doveroso fare qualche ragionamento.

E’ possibile prima di tutto monitorare con appositi software la rete per intercettare commenti, citazioni, sharing di contenuto e via discorrendo, dunque sul piano quantitativo si può, e si deve, misurare ciò che si dice di noi nelle reti sociali online.
Certo al numero di citazioni si deve affiancare l’analisi delle opinioni e del famoso sentiment, per i quali i normali paramentri di ROI e KPI (anche web) sono inadeguati.

 

 

Mi pongo però un problema, siamo sicuri che non stiamo cercando di misurare l’acqua con un metro da muratore? Forse non è più corretto incrociare un dato quantitativo (vivacità del discorso su di noi) con uno qualitativo (relazione creata con gli utenti e qualità dei commenti)?
Non dimentichiamo infine che si possono misurare in mille modi le redemption (e dunque il ROI) di azioni promosse dentro le community di clienti (digital coupon, legame con carte fedeltà, partecipazione a eventi speciali etc.).

In sintesi trovo dunque che il ROI dei social media potrà essere calcolato davvero solo dalle aziende che sapranno investire nelle competenze ad hoc e che non cercheranno di adattare al web i metodi tradizionali di misurazione per paura delle novità o per tutelare il potere e l’autorevolezza di chi ha governato finora il marketing.

E voi siete pronti a lavorare sul futuro? Che esperienze avete in questo campo?

E-mail marketing. Strategie e tecniche efficaci per fare business

E-mail marketing. Strategie e tecniche efficaci per fare business è un libro di Nazzareno Gorni e Marco Maglio edito da Hoepli nel 2009.

Il libro si pone come una guida completa al mondo dell’e-mail marketing, che è molto più articolato e complesso di quanto si pensi dall’esterno, conciliando l’anima tecnologia e di marketing di Gorni con quella giuridico-legale di Maglio.
Tutto il volume infatti si snoda tra inserti di marketing e ricerca tecnologica in ambiti legali e viceversa, fornendo sempre un quadro organico di tutti gli argomenti.

L’introduzione del libro permette fin da subito a chi non sia del settore di inquadrare quali sono i vari tipi di e-mail (personali, transazionali, pubblicitarie) e introduce immediatamente la differenza sostanziale fra fare marketing su liste proprie e su liste acquistate.
Non manca un accenno alla messaggistica e alle e-mail che viaggiano all’interno del web 2.0 e dei social network, oggi sempre più importanti in termini di volumi ed effetti.

Alla luce di questa classificazione gli autori espongono quali sono le caratteristiche e il manifesto di quello che loro definiscono E-mail Marketing 2.0, di cui in estrema (e incompleta) sintesi posso citare: attenzione alla relazione, invii personalizzati nella frequenza e nei contenuti, profilazione e approccio one-to-one.
In particolare si fa riferimento alla “risonanza marketing”, concetto mutuato dalla fisica, che in sostanza dice che se un cliente viene sollecitato con la frequenza e gli stimoli giusti si avrà alla fine una credibilità aziendale che si tradurrà in energia positiva nei confronti della nostra comunicazione.

Il capitolo successivo si occupa invece di come si costruisce una lista di indirizzi, affrontando lo spinoso tema delle liste acquistate che spesso espongono a rischi per la reputazione e blocchi da parte dei sistemi antispam degli ISP.

Segue poi una dettagliata trattazione della legge sulla Privacy, importante strumento di tutela che però talvolta diventa fonte di fraintendimenti e problemi anche per chi agisce in buona fede.
Per questo l’ampio inserto legale di questo capitolo può essere molto utile come mezzo di orientamento per i meno esperti della materia.
Il capitolo quinto inoltre rinforza il quadro normativo con le regole su e-commerce, pubblicità e concorsi per districarsi in una normativa non sempre al passo con i tempi.

La trattazione ritorna poi su termini di marketing e di tecnica illustrando le regole per la creazione di un messaggio efficace, in cui anche i più piccoli dettagli concorrono al successo: mittente, oggetto, uso delle immagini, uso dei link, costruzione dell’HTML, header e footer. E’ importante dire che oltre all’aspetto di comunicazione in senso stretto tutti questi fattori concorrono al corretto recapito del nostro messaggio.

Il tema della deliverability infatti è cruciale, tanto che gli autori vi dedicano un lungo settimo capitolo dove in alcuni tratti si entra anche in aspetti piuttosto tecnici, spiegati però sempre con chiarezza, utili a valutare le performance dei sistemi di e-mail marketing in nostro possesso.
Non è possibile qui riassumere tutto il know how espresso in tale capitolo, basti solo dire comunque che inviare migliaia di e-mail non è affatto difficile, farle arrivare invece sì.

Come scegliere un prodotto adatto alle proprie esigenze alla luce di quanto detto più sopra? E questo il tema che viene affrontato (in chiave generale, senza confrontare singoli prodotti) dall’ottavo capitolo. Infatti non tutte le soluzioni sono di uguale livello e anche le formule di pricing di fatto variano e ciascuna è adatta a diversi tipi di esigenze e di business, per cui bisogna sapere scegliere.

Uno degli aspetti più attraenti del fare marketing via e-mail è senza dubbio la misurabilità, come per tutte le statistiche web però bisogna trovare il tempo di analizzare i dati e saperli leggere con competenza, cosa che è meno banale di quando sembri (a tale proposito ho scritto qualche tempo fa in questo post). Il capitolo nono del libro di Gorni e Maglio in tal senso sarà di notevole aiuto, come d’altronde il glossario dei termini tecnici a fine libro.

Infine l’ultimo capitolo si spinge verso il futuro, parlando di come fare business con le e-mail automatiche, ossia tutte quelle comunicazioni che partono in base a regole, scadenze e altri parametri predefiniti senza un intervento diretto da parte di chi gestisce le liste e il software. Lascio alla vostra lettura la scoperta delle notevolissime opportunità che si aprono in questo campo.

In conclusione il libro di Gorni e Magli è davvero una guida preziosa e organica per entrare nel mondo dell’e-mail marketing e per approfondirlo qualora si usino già strumenti di questo tipo.
Tutti gli argomenti sono spiegati in modo chiaro ma esauriente, grazie alla competenza di chi questi temi li affronta davvero ogni giorno nella propria professione. I due autori inoltre sono membri di gruppi di lavoro specifici che a livello nazionale e internazionale definiscono le linee guida per un corretto uso di questo potente canale di comunicazione e ciò dà un notevole valore aggiunto alle parti in cui si parla di regole e buone pratiche.

Internet è il media più misurabile ma…lo misuriamo?

Uno dei vantaggi che da sempre si attribuiscono a Internet è la sua misurabilità in tempo quasi reale e la tracciabilità di tutte le azioni degli utenti.

Questo è sicuramente vero ed una delle ragioni che stanno motivando la continua crescita dell’advertising in rete.

Tuttavia in Italia le aziende che investono in rete misurano realmente ed in modo corretto le loro audience ed il ROI dei loro investimenti?

Ci sono almeno tre considerazioni da fare a tale proposito.

1) Nelle aziende italiane spesso la funzione internet è seguita da persone che fanno anche dell’altro, non specializzate e per di più, giustamente, con altre priorità nel loro lavoro. Dal momento che un qualsiasi sistema di web analytics genera una grande quantità di dati e che bisogna anche saperli intepretare quasi nessuno fa delle analisi accurate in merito.

2) oggi l’avvento dei rich media, di ajax e di varie altre tecnologie rendono meno scontata la misurazione.  Dunque, come evidenzia ad esempio  Cosimo Accoto nel suo libro Misurare le audience in Internet, vanno aggiornati e rivisti anche i metodi di rilevazione e di indagine.

3) Solo da poco esiste un punto di riferimento comune come Audiweb, in grado di fornire dati comparabili e univoci alle aziende che voglio investire. Su questo tema vi riporto qui di seguito l’intervista video fatta da IAB Blog al presidente Enrico Gasperini.

In conclusione dunque possiamo dire che la misurazione delle audience su Internet si sta evolvendo anche nel nostro paese, ora è tempo che le aziende se ne rendano conto e facciano uso degl strumenti disponibili per spendere meglio i propri soldi nell’advertising web.

Misurare le audience in Internet

Misurare le audience in Internet. Teorie, tecniche e metriche per la misurazione degli utenti in rete è un libro di Cosimo Accoto uscito nel 2007 per l’editore Franco Angeli.

Si tratta di un volume dedicato interamente alle metriche e alle tecniche per la misurazione del traffico in rete, un tema molto interessante e attuale in uno scenario dove Internet sta acquistando sempre più importanza, anche sul piano degli investimenti pubblicitari.

Una delle caratteristiche da sempre più distintive di Internet è la sua misurabilità, tuttavia da parte degli operatori non sempre c’è una competenza specifica nell’interpretazione dei dati, in questo dunque il libro può essere una lettura di grande utilità.

Il volume si apre, dopo una breve premessa sugli scopi dell’opera, con una ricognizione sulle caratteristiche di base del web, dunque dall’architettura client-server all’HTML, dai protocolli TCP/IP ai browser il lettore ha modo di conoscere gli elementi fondamentali necessari a capire le logiche che stanno dietro al funzionamento di Internet.

Il capitolo successivo poi introduce i temi della misurazione delle audience in rete, confrontando i vecchi media con Internet e introducendo uno degli aspetti centrali del libro, ossia il fatto che vi sono più prospettive di misurazione, con i pro ed i contro del caso.

Ancora il libro procede spiegando con molta precisione gli indicatori fondamentali della misurazione del web, quali ad esempio le pagine viste, le visite, i visitatori ma anche i click, i CPM, l’open rate, le impression etc.

Una meticolosa ed accurata presentazione dei sinonimi di ogni termine permette al lettore meno esperto di poter evitare ogni possibile confusione nella lettura dei dati.

A questo punto l’autore affronta un tema molto interessante e poco conosciuto, infatti le audience di Internet si possono misurare con tre tecnologie diverse: i log, i browser instrumentati e “l’annusamento” del traffico sulla rete (network sniffing).

A ciascuna delle tre soluzioni è dedicato un capitolo, con grande spazio agli aspetti tecnologici, alle differenze nel tipo di dati, ai pro e contro di ogni metodo.

In estrema sintesi, rimandando poi al libro per l’approfondimento, si può qui dire che la prospettiva dei log (server centrica) si basa su dai registrati dai server web, quella dell’instrumentazione (browser centrica) ha il suo focus nel browser dell’utente che naviga mentre quella dello sniffing (rete centrica) sfrutta le rilevazioni fatte dagli ISP sul traffico della loro rete di dati.

Il pregio di questa parte del volume è quello di far capire al lettore che esistono più metodi di misurazione, cosa poco nota, e che ciascuno permette di evidenziare specifici aspetti, che possono variare anche in modo notevole la lettura dei dati.

Ancora, l’autore presenta le principali modalità circa le rilevazioni con dei meter (analoghi a quelli che rilevano l’audience televisiva) e attraverso le interviste a dei campioni.

Infine gli ultimi due capitoli danno spazio al tema della misurazione della pubblicità e agli scenari evolutivi delle tecniche di misurazione degli utenti in rete.

Nel complesso dunque il libro di Accoto è un’ottima guida per tutti coloro che vogliono conoscere le logiche delle misurazione delle audience sulla rete, una competenza basilare per poter affrontare ed interpretare correttamente un mezzo sempre più critico nel media mix che offre spazi di analisi e monitoraggio impensabili per tutti i mezzi di comunicazione tradizionali.

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Franco Angeli, Milano 2007

Autore: Cosimo Accoto
Pagine 240
ISBN 978 – 88 – 464 – 8111 – 5
Prezzo euro 21,00

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