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Il Blog di Gianluigi Zarantonello. Strategia, digital transformation, tecnologia e marketing nell'ecosistema digitale

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Manuale operativo di relazioni pubbliche. Metodologia e case history

Manuale operativo di relazioni pubbliche. Metodologia e case history è volume scritto da Giampietro Vecchiato e arricchito da diversi contributi e case history, edito da Franco Angeli.

Il libro si inserisce in un ambito tematico molto caro all’autore e alla Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), di cui è vicepresidente: il pieno riconoscimento istituzionale della disciplina delle relazioni pubbliche e la creazione di procedure metodologiche che diano spessore manageriale alla professione.

Il punto di partenza è la crescente importanza della relazione nel conteso competitivo moderno, che richiede un approccio professionale e scientifico da parte di professionisti specializzati e preparati.

Al valore delle relazioni alla loro importanza strategica è dedicata quindi la prima parte introduttiva, con un intervento di Toni Muzi Falconi.

Il volume poi entra nel vivo della sua parte operativa e vuole dunque proporre prima di tutto una griglia metodologica per gestire in maniera organizzata e processuale un corretto ed efficace piano di comunicazione monitorandone e gestendone in modo professionale tutte le fasi.

Non si tratta naturalmente di una struttura rigida e senza possibilità di adattamento al contesto ma di una guida e di un supporto che permetta l’adozione di un metodo che non lasci spazio all’approssimazione, coerentemente con una disciplina che deve avere la stessa scientificità delle altre aree del management aziendale.

La griglia si articola in dieci fasi: analisi dell’ambiente, del contesto e dello scenario, individuazione dei pubblici e della mappa del potere, ascolto dei pubblici, definizione degli obiettivi, definizione dei messaggi chiave, definizione della strategia di comunicazione, scelta degli strumenti di comunicazione, pianificazione delle azioni, gestione operativa per il trasferimento dei messaggi chiave, monitoraggio, misurazione e valutazione degli effetti delle relazioni pubbliche.

Dopo una descrizione dettagliata delle logiche e degli strumenti coinvolti in ogni fase si passa poi, con la terza parte del libro, all’altro tema cruciale del dibattito professionale sulle relazioni pubbliche: come misurare e valutare l’efficacia.

Infatti la mancanza, ad oggi, di un sistema condiviso e istituzionalizzato di valutazione e misurazione degli effetti prodotti dall’azione del professionista delle relazioni pubbliche impediscono a questa disciplina di acquisire lo stesso status che hanno le altre branche del management d’impresa.

Nel libro si affrontano dunque gli strumenti per l’analisi dell’ambiente, del contesto e dello scenario; gli strumenti per misurare e definire i messaggi-chiave e quelli di monitoraggio, misurazione e valutazione dei risultati.

L’autore realisticamente non nasconde le difficoltà che si presentano nell’attività di misurazione, dovute alla complessità di valutazione della reputazione, al medio-lungo periodo su cui si attuano le azioni di relazioni pubbliche e anche alla paura di fare una valutazione a parte del management aziendale che teme di aver impiegato male le risorse in tal senso.

Questo però non è un motivo sufficiente per non ricercare un metodo e in tal senso sono evidenti gli sforzi prodotti negli ultimi anni dalla ricerca e dalla letteratura di settore e dallo stesso Vecchiato per riuscire ad istituzionalizzare queste discipline sottraendole ai pregiudizi diffusi e radicati che le riguardano.

Infine, per rafforzare ancora di più la dimostrazione che le relazioni pubbliche sono sempre più strategiche, vengono presentate una serie di interessanti case history di vari settori (con le testimonianze dei professionisti coinvolti), che per motivi di spazi ci limitiamo solo ad elencare: la community di Ducati, le relazioni pubbliche per la costruzione dei brand nel caso Mandarina Duck, il black-out Enel del 28 settembre 2003 e le relazioni pubbliche e gestione della crisi, Mobile Journey a Venezia e eventi e marketing PR in Vodafone Italia, gli Stati generali del Comune di Pordenone ed il ruolo delle relazioni pubbliche, relazioni pubbliche e comunicazione interna nel caso Comune di Belluno, la comunicazione istituzionale della Fondazione Banca degli Occhi, relazioni pubbliche e comunicazione interna: il caso Real Padova.

In conclusione dunque l’opera di Vecchiato si presenta come molto interessante sia per il professionista che voglia migliorare la propria metodologia sia per il giovane che intenda accostarsi a questo campo ed in genere è consigliabile a chiunque voglia saperne di più sulle relazioni pubbliche.

Nella speranza che, citando il titolo uno dei primi libri di Vecchiato, il professionista delle relazioni pubbliche non debba più spiegare che “faccio il pr ma non ballo sui cubi”.

SCHEDA DEL VOLUME
Editore: Franco Angeli
Autori e curatori: Giampietro Vecchiato

Contributi: Paolo Aversa, Michele Bottoni, Gianluca Comin, Lucia Fenti, Tino Ferrari, Piero Martinuzzi, Marianna Masiero, Toni Muzi Falconi, Enrico Pinton, Alessandra Veronese

Dati: pp. 288,     1a edizione 2008 (Cod.100.690)
ISBN: 9788846495358

La comunicazione, Nimby e la spazzatura

La spazzatura in Campania sta riempiendo in questi giorni le cronache in Italia e, purtroppo, anche all’estero e leggendo e ascoltando tutto questo mi sono ricordato di un mio vecchio articolo sulla cosiddetta Sindrome di Nimby.

L’acronimo sta per “Not in my back yard”(letteralmente “non nel mio giardino”) e si riferisce a quei fenomeni di protesta collettiva che si scatenano contro la realizzazione di opere pubbliche nei pressi della propria città o del proprio paese, nel timore di gravi ripercussioni sulla salute e/o sulla qualità della vita in genere.

Alcune ricerche indicano che l’Italia è il paese europeo più soggetto a questo problema che coinvolge quasi il 90 % dei nuovi progetti.


Ma che cosa c’entra la comunicazione con tutto questo?

Semplice, per riuscire a realizzare in modo pacifico e senza traumi sociali un progetto, come ad esempio una discarica, occorre lavorare con la popolazione, parlare con le persone, guadagnare la loro fiducia e soprattutto coinvolgerle, materialmente ed emotivamente, in ciò che si va a fare.

Si devono evidenziare inoltre i vantaggi derivanti dal progetto per il singolo e per l’economia della zona in genere e preparare la popolazione ad affrontare eventuali disagi momentanei.
Vanno coinvolti tutti i “pubblici influenti”, siano essi enti statali, attori economici privati o opinion leaders, che possono favorire oppure ostacolare la riuscita dell’operazione.

Spesso infatti la sindrome di Nimby è causata da diffidenza e scarsa conoscenza.
Inoltre è necessario fronteggiare a livello comunicativo i gruppi più irriducibili (o nel caso campano criminali) e non bisogna lasciare il campo comunicativo a disposizione di chi avversa il progetto rispondendo con campagne stampa informative alla loro opera di opposizione sui media.

Infatti, purché un progetto sia valido e sicuro, di solito la conoscenza dei dettagli e dei pregi dello stesso è l’arma migliore per il proponente, mentre la pura imposizione dall’alto delle decisioni è solo causa di scontri.

La situazione campana sicuramente è molto complessa, frutto anche di complicità politiche e di una criminalità padrona del territorio.

Tuttavia è un po’ diverso andare improvvisamente a sversare immondizia in un sito dove si era promesso di fare un campo da golf (come a Pianura) e invece spiegare alla gente che con un impianto sicuro non si corrono rischi per la salute e che ci si può ricavare energia risparmiando denaro (come a Lipsia).

Dunque la sindrome di Nimby si può affrontare con un’opera di marketing territoriale e di pr, naturalmente occorre che le aziende e le amministrazioni pubbliche siano preparate in materia.

Per questo è stato realizzato il Nimby Forum (http://www.nimbyforum.net/) che si pone come un osservatorio del fenomeno per capire e fronteggiare il problema.

La lezione più importante comunque è che per affrontare queste situazioni non servono imposizioni o tentativi di far passare le cose sotto silenzio bensì capacità di comunicazione e di informazione, con progetti seri e contrastando contemporaneamente chi fa controinformazione.

Relazioni pubbliche: l’etica e le nuove aree professionali

Relazioni pubbliche: l’etica e le nuove aree professionali è un volume a cura di Giampietro Vecchiato, edito da Franco Angeli nel 2006.

Il libro fa seguito ad altre pubblicazioni dell’autore, professionista e docente di relazioni pubbliche, da anni impegnato nella divulgazione dei temi professionali delle relazioni pubbliche verso il grande pubblico e le aziende.

La professione infatti viene spesso associata alle peggiori pratiche manipolatorie e la reputazione delle pubbliche relazioni non gode di grande stima a livello etico da parte dell’opinione pubblica, soffrendo contemporaneamente di scarsa considerazione professionale da parte della business community.

Il libro invece vuole mettere in evidenza la dimensione etica e la grande importanza delle pubbliche relazioni nello scenario competitivo odierno.

Il volume affronta questi temi articolandosi in due parti principali, la prima dedicata alla corretta comprensione della professione con i suoi problemi e con l’accento sui valori più profondi di chi si occupa di gestire un ambito così delicato come quello relazionale.

La seconda parte invece analizza il crescente ruolo delle pubbliche relazioni nel mondo competitivo contempoaraneo, ricco di sfide e di opportunità, grazie anche alle innovazioni tecnologiche.

Infatti attraverso le pagine del libro si percepisce chiaramente, oltre alla passione per la professione dell’autore, come la gestione delle relazioni sia sempre più cruciale in un mondo rapido, interconnesso e con dei consumatori ed un’opinione pubblica critica ed attenta.

I campi di applicazione della relazioni pubbliche illustrati nel libro sono davvero vasti: la comunicazione interna; i processi decisionali inclusivi; la responsabilità sociale; la comunicazione pubblica e politica; la diversità e la comunicazione interculturale; la comunicazione per il no profit; il marketing territoriale; Internet.

Alla luce di tale articolazione ed importanza è ormai difficile concepire il lavoro del relatore pubblico come quello di un manipolatore che agisce su un flusso di comunicazione unidirezionale, mentre si fa largo l’idea di un professionista etico e attento all’ascolto, in grado di guidare anche le aziende in questo processo di rinnovamento.

Naturalmente, rileva Vecchiato, è importante che i professionisti affrontino correttamente il proprio lavoro e che le stesse imprese si rendano disponibili alla collaborazione con i relatori pubblici, coinvolgendoli nei processi decisionali e comprendendo in profondità il valore di un approccio dialogico ed etico al mercato ed al consumatore.

Dunque se l’immagine del PR che balla sui cubi, già citata in un precedente libro di Vecchiato, sta venendo superata resta da affrontare quella di chi manipola la realtà su mandato del cliente da cui viene pagato.

E’ proprio contro tale modo di pensare che il libro si muove con le sue argomentazioni, senza nascondere nulla della complessità e delle contraddizioni del reale, con preziosi contributi dei vari autori che rendono questa lettura importante e stimolante per lo studente, l’imprenditore e il semplice cittadino.

Gianluigi Zarantonello

SCHEDA DEL LIBRO

Editore: Franco Angeli

Pagine: 224

Edizione: 1a 2006

Prezzo: € 21,00

Codice ISBN: 88-464-7619-0

Pubbliche Fascinazioni. I rituali delle relazioni pubbliche tra scienza e arte

Pubbliche Fascinazioni. I rituali delle relazioni pubbliche tra scienza e arte è un libro di Roberto Fioretto edito da Cleup nel 2006.

L’autore, comunicatore dottorando in sociologia, parte dalla sua esperienza personale nel mondo delle relazioni pubbliche, per dare luogo ad un’attenta e a tratti irriverente riflessione sui risvolti di questo mestiere.

Per fare questo Fioretto affronta sia i luoghi comuni che circondano la professione sia i dibattiti che coinvolgono la stessa comunità professionale dei relatori pubblici.

L’originalità del libro però sta nel modo in cui l’autore approccia i vari temi, parlando sempre della propria esperienza e inserendo aneddoti e citazioni che a prima vista poco c’entrano con il discorso centrale ma poi rivelano con lo scorrere delle pagine tutta la loro significatività ai fini dell’analisi.

Dunque tra il racconto di una cena romantica (ed i relativi problemi per prepararla) e la descrizione del carnevale ambrosiano il lettore dunque viene invitato a vedere le cose con l’occhio attento e non condizionato dagli stereotipi tipico del sociologo.

In questo modo passo dopo passo Fioretto decostruisce le strutture create dall’opinione pubblica e dalla stessa comunità professionale per arrivare al nucleo caldo e denso delle relazioni pubbliche, coincidente con il gusto e l’arte di prendere parte al complesso gioco relazionale.

A rendere ancora più piacevole il libro c’è poi il linguaggio fresco e lontano da qualsiasi vezzo e pesantezza accademici, senza per questo ridurre lo spessore del contenuto, ricco di citazioni e di nozioni sociologiche di grande interesse.

Per tali motivi, come scrive Emanuela Di Pasqua nel sito di Ferpi, il «libro dovrebbe essere letto da qualsiasi studente che voglia avvicinarsi alla professione di relatore pubblico per capire meglio cosa andrà a fare da grande. Si tratta di un’acuta riflessione sui risvolti di questo mestiere, nel tentativo di costruire un’immagine precisa dei compiti che un pr svolge e al tempo stesso di smontare alcuni luoghi comuni e sdrammatizzare i ‘tormentoni’. Un esempio molto calzante viene proprio dalle parole: non si dice pubbliche relazioni ma relazioni pubbliche. E’ una delle prime cose che sottolineano i professionisti della comunicazione. Ma dietro questa ‘ossessione’ cosa c’è? »

E noi non possiamo che condividere questo giudizio, consigliando il libro a tutti coloro che vogliono conoscere il mondo delle relazioni pubbliche attraverso una lettura arguta ed originale.

Gianluigi Zarantonello

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