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Il Blog di Gianluigi Zarantonello. Strategia, digital transformation, tecnologia e marketing nell'ecosistema digitale

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Perché Twitter mi piace sempre di più

Per lavoro e per diletto nella mia giornata utilizzo molti social media diversi e testo continuamente nuovi servizi, più meno noti e interessanti, che mi offrono sempre prospettive di confronto.

Ebbene, in questo continuo girare devo dire che mi sto costantemente appassionando a Twitter, almeno per quel che riguarda gli strumenti più generalisti e non limitati a un pubblico strettamente settoriale.

Perché? Le ragioni sono diverse:

1) È essenziale: pochi caratteri e una sola funzione, quella di condividere contenuti. Uno stile di comunicazione da considerare.

2) È ottimo per mixare la forza del social media con gli own media aziendali: il testo suscita la curiosità ma il link di approfondimento riconduce ai siti per scoprire di più.

3) È integrato: è facile usarlo per aggiornare altri servizi e allo stesso tempo è semplice usarlo per rilanciare automaticamente i contenuti che vengono da altrove.

4) È selettivo: il fatto che sia più ostico al profano rende (mediamente) più attive e interessanti le persone che lo usano con una certa costanza.

5) È un ottimo posto dove fare ricerche: i meccanismi degli hashtag, la ricerca avanzata e la possibilità di seguire le conversazioni lo rendono prezioso (e sono alla base degli investimenti che lo riguardano).

6) Lavora bene con la multicanalità: si usa comodamente sia da mobile che da computer ed è ottimo per affiancare i media tradizionali con un tocco di interattività real time. Volete un esempio? Cercate #annozero durante la trasmissione omonima e seguite la conversazione…

7) Ha un grande ecosistema: sono molteplici i servizi terzi che lo integrano, utilizzano, potenziano, sfruttano.  Per capire il senso di ciò basti pensare invece che Facebook ingloba in se stesso tutte le funzionalità e al massimo offre i propri strumenti (sviluppati internamente) a terzi in forma di social plugin.

Tutto perfetto dunque? Non lo si può mai dire di nessuno, e anche Twitter pecca in alcuni aspetti, come ad esempio un modello di business ancora nebuloso.
Inoltre non è un mezzo facile da gestire, richiede più competenza rispetto ad altri strumenti di social media marketing, pretende presidio costante e non è affatto facile farlo decollare (da privato e da azienda).

Eppure permettetemi un consiglio: se anche non lo usate direttamente, tenetelo d’occhio!

Avete mai pensato di usare Twitter per ascoltare?

Twitter è uno degli strumenti del social web più difficili da approcciare: criptico nel linguaggio per chi non ne è pratico e dannatamente sintentico, il che è spesso un problema per chi fa comunicazione tradizionale.

Al di là dell’utilizzo come strumento per parlare, da valutare secondo la propria strategia di social media marketing, Twitter però offre un’altra grande opportunità: l’ascolto!

Fonte: http://socialnomics.net

Tutti i social media sono una fonte inesauribile di spunti per chi ha la pazienza e la capacità di ascoltare, tuttavia Twitter oggi è il motore di ricerca dal più alto tasso di crescita, con 800 milioni di ricerca al giorno!

Un autentica miniera di spunti e trend emergenti, un termometro della conversazione globale, tanto che i suoi creatori oggi stanno cercando di monetizzare questa ricchezza.

Dunque dal semplice Twitter Search fino ai tools più sofisticati, il mio invito è quello di provare a cercare i temi che più vi interessano attraverso la twittosfera, per capire i trend ed iniziare la vostra conversazione online su Twitter.

Qual è la vostra esperienza in materia?

Young Digital Lab, una tavola rotonda sul marketing dell’ascolto raccontato da chi lo fa

Ripubblico questo post a pochi giorni dalla prima edizione di Young Digital Lab (Padoav, 8-9 aprile), si tratta di un progetto che credo interessante e stimolante sia per chi lo ha pensato sia le persone che vorranno parteciparvi.

Mi fa piacere segnalarvi il progetto Young Digital Lab al quale sono stato invitato a partecipare (aderendo con piacere) dall’amico Michele Polico.

Si tratta di una tavola rotonda dedicata alla comunicazione al tempo del social web, per comprendere quali opportunità il web offra alle aziende e quali cambiamenti imponga, la novità è che ciò avviene attraverso lo sguardo e le parole di alcuni tra i giovani che più si stanno distinguendo e muovendo nel panorama del web marketing italiano (tutti under 30, il sottoscritto è il più vecchio).

Infatti, come ha ben evidenziato Luigi Centenaro, gli eventi istituzionali non sempre offrono spazio ai più giovani (senza generalizzare, of course) che pure sono quelli che realmente operano  sui social media e che dunque ne hanno un’esperienza concreta. Nel caso dei miei colleghi di avventura naturalmente tutto questo avviene con un alto tasso di qualità che potete riscontrare cercando il loro operato in rete.

Il primo appuntamento dunque è fissato per l’8 e 9 aprile a Padova, sul sito di Young Digital Lab trovate il programma dei due giorni, se vi va di fare un po’ di promozione all’iniziativa siete benvenuti, il progetto è anche su Facebook , YouTube e FriendFeed.

Che ne pensate? Ciao!

Twitter Marketing

Twitter Marketing. Una guida che utilizza lo stile del servizio di cui parla è un libro di Michele Polico appena uscito a dicembre 2009 per Ledizioni.

L’idea è tanto semplice quanto intelligente: usare 140 tweets di 140 caratteri (tanti sono quelli concessi da Twitter ai suoi utenti) per spiegare come funziona questo strumento e che usi ne può fare il marketing.

Di Twitter si parla molto ma nella realtà pochi in Italia lo usano e anche per le aziende, al di là della moda, è un oggetto misterioso di cui non si conoscono le regole, per quanto esso possa essere un valido modo di comunicare.

Per questo trovo il libro di Michele una risorsa molto utile per capire in modo semplice e veloce che cosa è Twitter, le sue convenzioni nate su impulso degli utenti, le sue peculiarietà.

Non mancano i consigli per le aziende, che ne possono fare prima di tutto uno strumento di ascolto e poi un valido mezzo di dialogo, a patto però di aver capito davvero come funziona e di scrivere tweets interessanti e frequenti.

Infine un grande pregio del libro, come scrive lo stesso Michele nel suo blog, è quello di dimostrare che la forma di scrittura concisa e sintetica di Twitter non è necessariamente un limite, anzi, a volte facilità la chiarezza e elimina quelle frasi lunghissime e teoriche che sono un po’ il vizio dei libri italiani.

In conclusione dunque vi consiglio il libro, soprattutto se non avete ancora dimestichezza con Twitter, perché vi permetterà con una veloce e agile lettura di iniziare il vostro percorso su di un canale di comunicazione che da noi è ancora agli inizi.

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